Due istituti del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) hanno messo a punto Amesis, un sistema per stimare la radiazione solare al suolo partendo da dati ad alta risoluzione, tenendo conto dell’effetto di sistemi nuvolosi e aerosol e stimando in anticipo la copertura nuvolosa. Un'evoluzione che permetterebbe significativi miglioramenti nella promozione e nel miglioramento dell’utilizzo della risorsa solare.
I risultati della ricerca, condotta dall’Istituto di metodologie per l'analisi ambientale (Imaa-Cnr) e dall’Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam-Cnr), sono stati pubblicati sulla rivista ‘Ieee - Transactions on Geoscience and Remote Sensing”.
Amesis (Model for Estimation of Surface solar Irradiance from Satellite) nasce dall'esigenza di contrastare alcuni dei principali limiti denotati dagli operatori del solare, che consistono nella bassa risoluzione temporale e spaziale dei dati e nella mancanza di stime di irraggiamento spettrale.
Le misure effettuate a terra tramite ‘piranometri’, infatti, pur accurate, hanno una validità spaziale limitata e sono affette da errori di interpolazione”.
“L’obiettivo primario di Amesis è produrre dati di irraggiamento molto accurati, con una risoluzione temporale di 15 minuti e spaziale di 1 kmq, continui e omogenei su tutta l’area europea e nordafricana”, spiega Filomena Romano dell’ Imaa-Cnr. “Oltre al dato corrente, il modello fornisce previsioni giornaliere, mensili e annuali e serie storiche dal 2004. A seconda dello scenario, lo schema valuta i parametri per caratterizzare le nubi e l’aerosol che vengono usati per stimare l’irradianza al suolo. Il modello inoltre stima con anticipo la copertura nuvolosa”.
Le performance del modello sono state confermate dai confronti con i dati delle stazioni Gaw del Wmo (World Meteorological Organization) controllati dal Wrdc (World Radiation Data Center) e con altri modelli satellitari.
Tra i possibili vantaggi che Amesis offrirebbe, la possibile messa a punto di database e mappe della radiazione solare per ogni comune italiano; l'identificazione dei siti con il maggiore potenziale solare, ottimizzando in questo modo il ‘consumo’ di territorio; la conoscenza anticipata della copertura nuvolosa per valutare la potenza immessa nella rete, cruciale nella programmazione delle fonti di approvvigionamento e nella definizione delle tariffe. Infine, secondo Edoardo Geraldi dell’Ibam-Cnr, autore dello studio insieme a Romano, “la messa a punto di strumenti tecnico operativi offrirebbe un supporto della pianificazione urbana e delle azioni di retrofit energetico sul patrimonio edilizio esistente”.
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