E’ firmato dall’architetto italiano Francesco Gatti dello Studio 3Gatti il progetto per un nuovo hotel che sarà probabilmente costruito nella città cinese di Xian. Il design concepito si distacca completamente dal modello del grattacielo e presenta una struttura fatta da mensole giganti in cui inserire edifici più piccoli. Nei livelli più bassi dello “Shelf Hotel” saranno contenute le suites d’albergo, mentre in quelli più alti edifici lavorativi. Un giardino sopraelevato sarà invece realizzato sul terzo strato, che occuperà l’altezza equivalente a due “mensole”, creando in tal modo un cortile circondato da ristoranti.
Attualmente il progetto è in attesa di essere approvato dalle autorità locali, ma i concetti da cui è nato lo rendono estremamente interessante e connesso con la cultura architettonica tipica della Cina contemporanea.
Uno dei problemi che questo design ha voluto superare è stato quello di evitare l’incombere di un edificio sugli altri circostanti, anche perché la normativa cinese è molto rigida a riguardo. Lo “Shelf Hotel” misura un’altezza di 100 metri e dispone di una larghezza di base, calcolata attraverso il software d’analisi, che assicura un’ombra costante durante le 24 ore. Il problema è stato superato sollevando la parte superiore del volume, in modo tale che il sole può raggiungere l’area critica nei momenti di necessità. Il vantaggio è stato doppio, perché si è potuto così progettare l’ampio giardino sopraelevato, cuore dell’hotel insieme al terrazzo su cui è stato realizzato un tradizionale “Siheyuan”, cortile tipico di una residenza cinese, dove potranno essere svolte attività legate alla cultura cinese, come la calligrafia, la cerimonia del tè e la meditazione buddista.
La “struttura madre” sarà composta di pilastri e piastre invertite ogni due piani. Gli spazi fra le diverse residenze potranno essere riempiti da altri piccoli spazi verdi o da locali “magazzini”. L’edificio è stato concepito come una matrice aperta alle preferenze di chi vi deve abitare, che asseconda quello che lo stesso architetto ha definito una caratteristica dell’architettura cinese. In Cina, infatti, le costruzioni seguono spontaneamente l’andamento dell’economia, libere da dettami o pianificazioni. Un architetto che quindi realizzi un edificio può sperare di vederlo così come l’ha progettato solo nel primo mese di vita, ma man mano gli abitanti lo “modificano” con parti annesse, decori aggiuntivi o altri elementi secondo le necessità del momento.
Lo “Shelf Hotel” sfrutta a proprio vantaggio quest’attitudine alla dinamicità tipica dell’architettura cinese, offrendo uno spazio suscettibile a modifiche e rielaborazioni nel corso del tempo. La struttura occuperà un’area totale di 50.000 m² e i materiali usati saranno prevalentemente acciaio e cemento armato rinforzato, bamboo, legno, pietra locale riciclata, mattoni e terracotta e vetro
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