L'indebolimento dell'euro verso il dollaro aiuta, non chiederò più rottamazioni, ma servono costi competitivi e l'utilizzo pieno e flessibile degli impiantì. L'amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, in un'intervista al Corriere della Sera, ha sottolineato che gli stabilimenti italiani hanno «tutto per cogliere l'opportunità di esportare negli Usa, «ma se non accadesse dovremmo ritirarci da due siti dei cinque in attivita».
Fabbriche italiane salve solo se esporteremo negli Usa. «Le fabbbriche italiane di Fiat saranno salve solo se esporteranno in America. Ma senza costi competitivi dovremo ritirarci da due stabilimenti su cinque», ha sottolineato Marchionne, spiegando che Chrysler non riaprirà i siti dismessi e che gli stabilimenti italiani della Fiat hanno l'opportunità di esportare negli Usa. «Questo penso per l'Italia ed è per questo che trovo insopportabilmente razzista dipingermi come un uomo senza patria», indica Marchionne, che si dice «molto ottimista» per l'America nel 2012 malgrado l'elevato debito pubblico del Paese e rileva che il Governo Monti «in pochissimo tempo ha dato al mondo l'idea di un Paese che sta svoltando», anche se «non siamo in condizioni floride».
Marchionne sottolinea anche di «non aver mai parlato male dell'Italia. Ho solo riconosciuto quello che non va perché era serio farlo nell'interesse della Fiat, che è un gruppo multinazionale, e del mio Paese». Marchionne osserva anche che «conviene investire in Italia man mano che le riforme del Governo Monti vanno avanti», mentre sull'articolo 18 afferma: «Ce l'ha solo l'Italia. Meglio assicurare le stesse tutele ai lavoratori in uscita in modi diversi, analoghi a quelli in uso negli altri Paesi. Diversamente le imprese estere non capiscono e non vengono qui a investire».
Investiamo in Italia. Marchionne ribadisce che la Fiat «sta investendo in Italia» e che «comunicheremo gli investimenti quando li facciamo. E li facciamo in base al mercato. Mirafiori tornerà a regime entro fine 2014 con un modello Fiat e uno Chrysler».
La Fiom. Sulla Fiom dice di temere che il leader del sindacato, Maurizio Landini, «stia facendo una battaglia politica. Vedo un Landini molto più rigido del suo predecessore, Gianni Rinaldini» e sulla numero uno della Cgil, Susanna Camusso, afferma che «con Epifani si riusciva a ragionare di più. Camusso forse parla troppo della Fiat e di Marchionne sui media e troppo poco con noi».
Il futuro di Fiat-Chrysler: tre ipotesi. «La meno probabile è un'offerta pubblica delle azioni Chrysler, e le altre due Fiat che compra e sale al 100% e una fusione tra i due gruppi che comporta l'automatica quotazione di Chrysler e diluirebbe sia Veba sia Exor». Esclusa anche una vendita di Alfa Romeo: «Ci serve in America. In ogni caso Piech (il gran capo della Volkswagen ndr) ne vorrebbe fare solo un marchio», conclude Marchionne.
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