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sabato 31 marzo 2012

Equilibri di solubilità di sali poco solubili. Prodotto di solubilità in argomenti CHIMICA

I composti ionici poco solubili in acqua partecipano a un equilibrio eterogeneo che si stabilisce tra l'elettrolita solido (corpo di fondo) e la sua soluzione satura. L'elettrolita può essere un sale, un acido o una base.
Per un sale molto poco solubile come, per esempio, il bromuro d'argento (AgBr) l'equazione di equilibrio per la sua soluzione satura in presenza del corpo di fondo è:
La costante d'equilibrio K c del sistema è:
[AgBr (s) ] è la concentrazione costante di un solido puro e può quindi essere inglobata nella costante d'equilibrio K c . Si ottiene una nuova costante K ps = K c [AgBr (s) ], chiamata costante di solubilità o prodotto di solubilità e riferita a una data temperatura: .
Nella tabella 14.3 sono riportati i valori del prodotto di solubilità di alcuni sali e idrossidi a 25°C.
Dal valore del prodotto di solubilità è possibile ricavare la solubilità di un sale in grammi su litro.
Se a una soluzione satura di bromuro d'argento, AgBr, viene aggiunto, per esempio, del bromuro di potassio (KBr) avente lo ione Br in comune con AgBr, aumenta e l'equilibrio: si sposta a sinistra. L' aggiunta di uno ione comune alla soluzione satura di un elettrolita poco solubile, diminuisce la sua solubilità.

Tab. 14.3: Prodotto di solubilita kps di alcuni sali (a 25 °c)

Tabella 14.3 PRODOTTO DI SOLUBILITA Kps DI ALCUNI SALI (A 25 °C)
sostanza Kps sostanza Kps
AgBr 7,70 · 10−13 Fe(OH)3 1,60 · 10−35
AgCl 1,56 · 10−10 FeS 3,70 · 10−19
Agl 1,50 · 10−16 Mg(OH)2 1,80 · 10−11
Al(OH)3 1,26 · 10−33 PbCl2 1,62 · 10−5
BaSO4 1,08 · 10−10 PbS 8,40 · 10−28
CaCO3 8,70 · 10−9 PbSO4 1,90 · 10−8
CuS 1,00 · 10−35 ZnS 1,20 · 10−23

Soluzioni acquose di sali in argomenti CHIMICA

L'equilibrio di dissociazione dell'acqua presente in tutte le soluzioni acquose, gli equilibri di dissociazione di acidi e basi deboli e le proprietà di elettroliti forti dei sali possono determinare l'insaturarsi in una soluzione di più equilibri coesistenti aventi uno a più ioni in comune. Esempi di reazioni che derivano dalla coesistenza di diversi equilibri sono l'idrolisi, i sistemi tampone, e gli equilibri di solubilità di sali poco solubili.
Le reazioni di idrolisi sono interazioni tra un sale di una base debole e di un acido forte o un sale di una base forte e un acido debole con acqua, si ha la formazione di una soluzione che presenta un pH diverso da 7.
1 Sali che provengono da un acido forte e una base debole. Questi sali conferiscono alla loro soluzione un pH acido. Per esempio, il cloruro di ammonio, NH4Cl, proviene da una base debole, l’ammoniaca, NH3, e da un acido forte, l’acido cloridrico, HCl. In soluzione acquosa, NH4Cl si dissocia in ioni ammonio, NH4+, e cloruro, Cl–. In presenza degli ioni H3O+ e OH–, derivanti dalla ionizzazione dell’acqua (), lo ione Cl (base debole di Brønsted-Lowry) non reagisce con gli ioni H3O+ per formare HCl (acido forte totalmente dissociato). Lo ione NH4+ (acido forte di Brønsted-Lowry) la cui base coniugata NH4OH è debole, reagisce con lo ione OH per soddisfare l'equilibrio:
In tal modo vengono sottratti ioni OH alla soluzione e, per ripristinare il valore di Kw = [H3O+] · [OH], altre molecole d'acqua si dissociano. A equilibrio raggiunto risulta [H3O+] > [OH] e quindi la soluzione acquista un pH < 7. Riassumendo, la reazione di idrolisi è la seguente:
e la costante di equilibrio o costante di idrolisi Kidr. della reazione è:
dove [NH3] = [H3O+] e [NH4+] è la concentrazione del sale Cs. Noto il valore della costante Kb, si ricava:
da cui si ottiene il pH.
2 Sali che provengono da un acido debole e una base forte.
Questi sali rendono basica la soluzione. Per esempio, l'acetato di sodio, CH3COONa proviene da un acido debole, l'acido acetico, CH3COOH, e da una base forte, l'idrossido di sodio, NaOH. In una soluzione acquosa di CH3COONa sono presenti i seguenti ioni:
Analogamente a quanto si è visto nel caso precedente lo ione Na+ (acido debole di Brønsted-Lowry) non reagisce con lo ione OH, perché NaOH è una base forte, mentre lo ione CH3COO (base forte di Brønsted-Lowry) reagisce con lo ione H3O+ per dare l'acido coniugato debole CH3COOH. L'equilibrio: sottrae ioni H3O+ all'acqua per cui, per ripristinare il valore del Kw, si dissociano altre molecole d'acqua. All'equilibrio risulta [OH] > [H3O+] e, quindi, pH > 7.
La reazione di idrolisi è la seguente:
e la sua costante di idrolisi è:
dove [CH3COOH] = [OH] e [CH3COO] è la concentrazione del sale, Cs.
Noto il valore di Ka si ricava:
Si definisce grado d'idrolisi il valore della frazione di mole del sale idrolizzata all'equilibrio.
Una soluzione tampone è un sistema chimico capace di neutralizzare l'aggiunta di moderate quantità di acidi o basi forti, e quindi di mantenere costante il grado di acidità o pH di una soluzione. Una soluzione tampone contiene una coppia coniugata acido-base, che può essere costituita da un acido debole in presenza di un suo sale con una base forte, come, per esempio, il sistema acido acetico-acetato sodico, la cui coppia acido-base è CH3COOH/CH3COO, oppure da una base debole in presenza di un suo sale con un acido forte, come, per esempio, il sistema idrossido d'ammonio-cloruro d'ammonio formato dalla coppia acido-base NH4+/NH3.
In ogni caso l'azione tampone del sistema è determinata dalla duplice presenza di una forma acida capace di neutralizzare le piccole aggiunte di una base, e di una forma basica capace di neutralizzare le piccole aggiunte di acidi.
L'importanza delle soluzioni tampone è fondamentale in tutte quelle reazioni chimiche che richiedono un pH costante e nella maggior parte dei processi biochimici.

Indicatori acido-base in argomenti Chimica

Gli indicatori acido-base, o indicatori di pH, sono sostanze organiche che hanno la proprietà di assumere colori diversi al di sotto o al di sopra di un determinato valore del pH della soluzione in cui sono disciolti in quantità piccolissime. Tale fenomeno è dovuto alla loro proprietà di acido (o base) debole, la cui forma coniugata è di diverso colore. In soluzione l'indicatore indissociato, HIn, partecipa all'equilibrio acido-base:
La costante di ionizzazione è:
Quando KIn = [H3O+], ossia pKIn = pH, si ha: log [HIn] = log [In], l'indicatore è al suo punto di viraggio, cioè assume un colore intermedio tra A e B.
Per valori di pH < pKIn, log [In] < log [HIn]: l'indicatore assumere il colore A, ossia la soluzione è acida rispetto all'indicatore usato; per valori di pH > pKIn, log [In] > log [HIn]: l'indicatore assume colore B, ossia la soluzione è basica rispetto all'indicatore usato.
In pratica l'occhio umano è capace di apprezzare la colorazione netta dell'una o dell'altra forma, il che si verifica quando il rapporto [In]: [HIn] è 1 : 10 o 10 : 1; perciò più che al punto di viraggio ci si riferisce a un campo di viraggio corrispondente a 2 untià di pH. Indicatori di uso comune sono l'arancio di metile, il tornasole, la fenolftaleina ed altri il cui campo di viraggio è riportato nella tabella 14.2. Gli indicatori sono usati nelle titolazioni di acidi e basi.

Tab. 14.2: Comuni indicatori acido-base

Tabella 14.2 COMUNI INDICATORI ACIDO-BASE
nome intervallo approssimato di pH variazione di colore (da pH più basso a più alto)
blu timolo 1,2-2,8 dal rosso al giallo
arancio di metile 3,2-4,4 dal rosso al giallo
blu bromotimolo 6,0-7,6 dal giallo al blu
tornasole 4,7-8,3 dal rosso al blu
rosso cresolo 7,0-8,8 dal giallo al rosso
fenolftaleina 8,2-10,0 da incolore a rosa

Prodotto ionico dell'acqua. pH in argomenti Chimica

Le misure di conducibilità dell'acqua chimicamente pura indicano che, seppure in misura ridottissima, in essa sono presenti ioni. Tenendo presenti le sue proprietà anfotere, l'equilibrio di dissociazione dell'acqua è:
definito dalla costante di equilibrio Kc:
Poiché nell'acqua pura [H2O] ha un valore costante, si può scrivere Kc · [H2O]2 = Kw = [H3O+] · [OH], dove Kw è una nuova costante, chiamata prodotto ionico dell'acqua. Il valore di Kw a 25 °C è:
da cui in acqua pura:
Il valore della costante Kw deve essere soddisfatto sia in acqua pura che in qualsiasi tipo di soluzione acquosa, ossia qualunque sia la provenienza degli ioni H3O+ e OH.
Per [H3O+] > [OH] > 1 · 10−7 mol/l, la soluzione è acida;
per [H3O+] = [OH] = 1 · 10−7 mol/l, la soluzione è neutra;
per [H3O+] < [OH] < 1 · 10−7 mol/l, la soluzione è basica.
L'acidità, la neutralità, la basicità di una soluzione acquosa vengono espresse per comodità di calcolo in termini di pH, ossia dal logaritmo negativo, in base 10, della concentrazione degli ioni H3O+:
L'insieme dei valori di pH compresi normalmente tra 0 e 14 costituisce la scala del pH (v. fig. 14.1).
Pertanto le condizioni di acidità, neutralità, basicità di una soluzione, tradotte in termini di pH, diventano:
se pH < 7 la soluzione è acida;
se pH = 7 la soluzione è neutra;
se pH > 7 la soluzione è basica.
In modo analogo al pH si può definire il pOH, che è il logaritmo negativo, in base 10, della concentrazione degli ioni idrossido OH:
Il prodotto ionico dell'acqua può quindi essere espresso anche come logaritmo pKw mediante la relazione:
Si distinguono diversi casi. I più comuni sono i seguenti:
  1. Soluzioni acquose concentrate (M<1) di acidi forti e basi forti; il pH risulta negativo per le soluzioni acide e maggiore di 14 per quelle basiche. In tali casi, dato il valore elevato della concentrazione degli ioni H3O+ o OH, si preferisce esprimere l'acidità o la basicità di una soluzione direttamente in funzione di [H3O+] o [OH].
  2. Soluzioni diluite di acidi forti (monobasici) e basi forti (monoacide); data la completa dissociazione di acidi forti e basi forti, il pH si calcola in base alla concentrazione analitica del l'acido o della base. Esempi: HCl 0,01 M [H3O+] = 10−2 pH = 2
    NaOH 0,001 M [OH] = 10−3 pOH = 3; pH = 14−3 = 11
  3. Soluzioni diluite di acidi deboli e basi deboli; in questi casi la concentrazione degli ioni H3O+ o OH dipende, oltre che dalla concentrazione Ca dell'acido o Cb della base, dal valore della costante di dissociazione Ka dell'acido o Kb della base. Si dimostra che: a) nella soluzione di un acido debole:
    b) nella soluzione di una base debole:
    da cui:

Spontaneità, entropia e secondo principio della termodinamica in argomenti Chimica

La realtà quotidiana offre tantissimi esempi di processi spontanei e di processi non spontanei: è spontaneo il passaggio del calore da un corpo caldo a un corpo freddo e non è spontaneo il passaggio inverso; un gas si espande spontaneamente in tutto il volume a sua disposizione, ma non è spontanea la sua compressione; sono spontanee alcune reazioni chimiche, per esempio, l'arrugginimento del ferro all'aria e non è spontanea la scomposizione dell'acqua nei suoi elementi.
In un processo spontaneo il sistema cede energia all'ambiente; un processo non spontaneo avviene invece fornendo energia al sistema a spese dell'ambiente. I processi spontanei mettono a disposizione dell'uomo energia utilizzabile. I processi non spontanei invece possono essere realizzati soltanto compiendo un lavoro.
Data l'importanza dei processi spontanei è necessario conoscere i fattori che li favoriscono. Molto spesso quando una trasformazione abbassa l'energia di un sistema (trasformazione esotermica, in cui Δ H < 0), essa tende ad avvenire spontaneamente, ma non tutte le trasformazioni esotermiche sono spontanee; viceversa, sono spontanee alcune trasformazioni endotermiche (in cui Δ H > 0).
Evidentemente una diminuzione di energia, in termini di entalpia, non è il solo fattore che determina se una trasformazione procede spontaneamente. Vi è infatti un altro fattore che influisce sulla spontaneità di una trasformazione e questo fattore è connesso alla possibilità che un sistema, trasformandosi, si porti in uno stato di maggiore disordine.
Un cristallo di cloruro di sodio (NaCl) è, per esempio, una struttura altamente ordinata. Come sappiamo la dissoluzione in acqua del cloruro di sodio è un processo spontaneo, e tuttavia avviene con assorbimento di calore, cioè è endotermico: ciò si verifica perché l'aumento di disordine che si determina quando le particelle di sale si dissociano in ioni mescolandosi con il solvente compensa il bilancio energetico sfavorevole.
È un fatto universale che tutto ciò che comporta un aumento di disordine avviene con più probabilità di ciò che determina un aumento di ordine. Possiamo capirne la ragione osservando la stretta relazione che esiste tra il disordine e la probabilità statistica. Supponiamo, per esempio, di avere 10 carte dello stesso seme sistemate in progressione numerica da 1 a 10. Questa sequenza delle carte è altamente ordinata. Ora, se buttiamo le carte in aria ci sono migliaia di possibilità che si riuniscano in una sequenza disordinata, mentre c’è una sola possibilità che si raggruppino ancora nella loro sequenza originale. Sulla base della pura probabilità, quindi, una sequenza disordinata è molto più probabile di una ordinata. Il grado di disordine di un sistema è espresso da una funzione di stato termodinamica chiamata entropia (simbolo, S), che in termini di termodinamica statistica è espressa dalla seguente relazione (principio di Boltzmann):
dove K è una costante (detta costante di Boltzmann) e W rappresenta la probabilità che un dato stato macroscopico ha di verificarsi (tale probabilità dipende dal numero di stati microscopici che realizzano un dato stato macroscopico).
Il secondo principio della termodinamica può essere così espresso: l'universo, tramite le trasformazioni spontanee tende verso lo stato più probabile, che è quello di massimo disordine, cioè di massima entropia.
Matematicamente, la variazione di entropia (Δ S) è definita dal seguente rapporto:
dove Qrev è la quantità di calore scambiata da un sistema reversibilmente con l'ambiente e T è la temperatura assoluta del sistema. In un processo di riscaldamento reversibile, un piccolo cambiamento nella temperatura può far procedere il processo in una direzione o in quella opposta (dal sistema all’ambiente o dall’ambiente al sistema). In generale, nell’ambito della termodinamica una trasformazione è detta reversibile quando può essere invertita da variazioni infinitesimali di un parametro (temperatura, pressione, volume, composizione). Il secondo principio della termodinamica può essere così espresso:
cioè la variazione totale di entropia (Δ Stotale) è maggiore di 0 nelle trasformazioni spontaee e uguale a 0 nelle trasformazioni reversibili.
Per un sistema chimico, Δ S è data da:
e il secondo principio della termodinamica può anche essere espresso in una nuova forma nelle trasformazioni spontanee a una data temperatura, la variazione di entropia del sistema è maggiore del rapporto fra calore e temperatura assoluta
Il secondo principio della termodinamica può essere enunciato in altri modi oltre quelli sopra riportati, che sono tra di loro equivalenti e che pongono delle condizioni alla possibilità di convertire il calore in lavoro. Uno degli enunciati più comuni afferma che "non è possibile trasformare integralmente il calore in lavoro''.

La legge di Hess in argomenti Chimica

Le entalpie di reazione in condizioni standard vengono indicate con Δ H°. Quando non è possibile determinare sperimentalmente il Δ f di un composto o il Δ H° di una reazione, si può applicare la legge di Hess: il Δ H° di una reazione chimica è dato dalla differenza tra la sommatoria dei Δ f dei prodotti e la sommatoria dei Δ f dei reagenti, essendo ciascun Δ f moltiplicato per il coefficiente stechiometrico di reazione, cioè:
Le applicazioni della legge di Hess, numerose e di grande importanza pratica, si basano sulla proprietà di funzione di stato dell'entalpia dei sistemi, per cui il Δ H° di una trasformazione non dipende dal cammino percorso. Si può sempre immaginare, infatti, di passare da uno stato 1 a uno stato 2 di un sistema chimico attraverso reazioni intermedie che consentono il calcolo del Δ f di alcuni composti o del Δ H° di reazione, quando questi non possono essere determinati per via diretta. Per esempio, si calcoli il Δ H° della reazione:
sapendo che per la reazione:
e che per la reazione:
Poiché la reazione desiderata si ottiene sommando la (2) alla (1), il Δ H° della reazione in esame si calcola con la stessa operazione, cioè:

Nomenclatura dei composti ternari in argomenti Chimica

I composti ternari in entrambe le nomenclature, IUPAC e tradizionale, sono distinti in idrossidi, acidi e sali . Gli acidi, gli idrossidi e i sali sono composti che in soluzione acquosa si dissociano in ioni, e vengono anche chiamati elettroliti.
Idrossidi
Gli idrossidi sono composti formati da un metallo (Me) e dal gruppo OH (ossidrile), di formula generale Me(OH)n, dove n è la valenza del metallo (v. tab. 6.4).
Nella nomenclatura IUPAC si usa la denominazione idrossido di…, seguita dal nome del metallo. Per esempio, NaOH è chiamato idrossido di sodio. Qualora esistano nel composto più gruppi OH si ricorre ai prefissi di-, tri- ecc.
Nella nomenclatura tradizionale il nome è diverso, secondo che il metallo formi un solo idrossido o più idrossidi. Nel primo caso, la denominazione è idrossido di…, seguita dal nome del metallo. Nel secondo caso, si elimina la preposizione ``di'' e si utilizzano i suffissi -oso e -ico, aggiunti alla radice del nome del metallo.
Gli idrossidi si ottengono dalla reazione degli ossidi basici con acqua. Si comportano come basi : infatti, in soluzione acquosa si dissociano liberando ioni ossidrile o idrossido, OH , ai quali sono dovute le proprietà basiche (o alcaline) delle loro soluzioni.
Acidi
Gli acidi comprendono composti formati da idrogeno e da un non metallo (idracidi, già trattati tra i composti binari) e composti formati da idrogeno un non metallo e ossigeno, detti ossiacidi (v. tab. 6.5).
Nella nomenclatura IUPAC gli ossiacidi vengono denominati con il termine acido e aggiungendo il suffisso -ico alla radice del nome del non metallo. Il numero degli atomi di ossigeno presenti nel composto viene precisato con i prefissi monoosso, diosso- ecc. Inoltre, per individuare esattamente il composto viene aggiunto il numero di ossidazione del non metallo (questa aggiunta evita equivoci nel caso che esistano più ossiacidi dello stesso non metallo). Per esempio: l'ossiacido H2CO3 è chiamato acido triossocarbonico (IV); l'azoto forma due ossiacidi, HNO2 e HNO3; il n.o. dell'azoto nei due composti è rispettivamente +3 e +5; pertanto: HNO2 verrà denominato acido diossonitrico (III), HNO3 verrà denominato acido triossonitrico (V). La nomenclatura IUPAC accetta comunque ancora per gli ossiacidi più comuni la nomenclatura tradizionale.
Nella nomenclatura tradizionale gli ossiacidi vengono denominati aggiungendo il suffisso -ico alla radice del nome del non metallo. Se esistono due ossiacidi dello stesso non metallo, si ricorre al suffisso -oso per il composto in cui il non metallo ha il n.o. minore, e al suffisso -ico per il composto in cui il non metallo ha il n.o. maggiore. Se il non metallo forma più di due ossiacidi, si ricorre al prefisso ipo- e al suffisso -oso per indicare il composto che contiene il non metallo con il n.o. più basso, e al prefisso per- e al suffisso -ico per indicare il composto che contiene il non metallo con il n.o. più alto.
Gli acidi (idracidi e ossiacidi) hanno la proprietà di liberare, in soluzione acquosa ioni idrogeno o protoni, H+ , rendendo acide le soluzioni.
Gli acidi reagiscono con le basi (reazione di neutralizzazione) formando sali: i già visti sali degli idracidi e i sali degli ossiacidi.
Sali degli ossiacidi
I sali, comprendenti i sali degli idracidi (già trattati nei composti binari) e i sali degli ossiacidi, si possono considerare composti derivati dagli acidi per sostituzione completa, o parziale, degli atomi di idrogeno con atomi di un metallo. Se la sostituzione è completa si hanno i sali neutri, se è parziale si hanno i sali acidi, o idrogenosali (v. tab. 6.6).
Nella nomenclatura IUPAC il sale neutro di un ossiacido viene denominato sostituendo il suffisso -ico dell'acido corrispondente con il suffisso -ato; quindi, seguono la preposizione ``di'' e il nome del metallo. Per esempio, il sale CaCO3, che deriva dall'acido H2CO3, acido triossocarbonico (IV), viene chiamato triossocarbonato (IV) di calcio. Se il metallo ha due n.o., è necessario aggiungere, anch'esso sotto forma di numero romano, il corrispondente n.o. del metallo.
Nel caso dei sali acidi si aggiungono al nome del sale i prefissi idrogeno-, diidrogeno-, indicanti il numero di atomi di idrogeno rimasti nella formula. Per esempio, NaHCO3 viene chiamato idrogenocarbonato (IV) di sodio.
Nella nomenclatura tradizionale il nome dei sali neutri degli ossiacidi deriva da quello dell'acido corrispondente, modificando il suffisso -oso dell'acido in -ito, e il suffisso -ico in -ato; quindi, si aggiunge la preposizione ``di'' e il nome del metallo. Nel caso dei sali acidi si inseriscono le espressioni monoacido di…, biacido di… tra il nome del non metallo e quello del metallo. Per esempio, Na2HPO4 viene chiamato fosfato monoacido di sodio, NaH2PO4 fosfato biacido di sodio. Talvolta al posto di tali espressioni, si utilizza il prefisso bi-, come nel caso del bicarbonato di sodio, NaHCO3.

Tab. 6.4: Nomenclatura degli idrossidi

Tabella 6.4 NOMENCLATURA DEGLI IDROSSIDI
formula nome IUPAC nome tradizionale
NaOH idrossido di sodio idrossido di sodio o soda caustica
KOH idrossido di potassio idrossido di potassio o potassa caustica
Mg(OH)2 diidrossido di magnesio idrossido di magnesio
Ca(OH)2 diidrossido di calcio idrossido di calcio
Al(OH)3 triidrossido di alluminio idrossido di alluminio
Fe(OH)2 diidrossido di ferro idrossido ferroso
Fe(OH)3 triidrossido di ferro idrossido ferrico

Tab. 6.5: Nomenclatura degli ossiacidi

Tabella 6.5 NOMENCLATURA DEGLI OSSIACIDI
formula nome IUPAC nome tradizionale
H2SO3 acido triossosolforico (IV) acido solforoso
H2SO4 acido tetraossosolforico (VI) acido solforico
H3PO3 acido triossofosforico (III) acido fosforoso
H3PO4 acido tetraossofosforico (V) acido fosforico
HClO acido monoossoclorico (I) acido ipocloroso
HClO2 acido diossoclorico (III) acido cloroso
HClO3 acido triossoclorico (V) acido clorico
HClO4 acido tetraossoclorico (VII) acido perclorico
H2CrO4 acido tetraossocromico (VI) acido cromico
H2Cr2O7 acido eptaossodicromico (VI) acido bicromico
H2CO3 acido triossocarbonico (IV) acido carbonico
HNO2 acido diossonitrico (III) acido nitroso
HNO3 acido triossonitrico (V) acido nitrico

Tab. 6.6: Nomenclatura dei sali degli ossiacidi

Tabella 6.6 NOMENCLATURA DEI SALI DEGLI OSSIACIDI
formula nome IUPAC nome tradizionale
BaSO4 tetraossosolfato (VI) di bario solfato di bario
BaSO3 triossosolfato (IV) di bario solfito di bario
Ca3(PO4)2 tetraossofosfato (V) di calcio fosfato di calcio o fosfato tricalcico
LiNO2 diossonitrato (III) di litio nitrito di litio
LiNO3 triossonitrato (V) di litio nitrato di litio
Fe(NO2)2 diossonitrato (III) di ferro (II) nitrito ferroso
Fe(NO2)3 diossonitrato (III) di ferro (III) nitrito ferrico
Fe(NO3)2 triossonitrato (V) di ferro (II) nitrato ferroso
Fe(NO3)3 triossonitrato (V) di ferro (III) nitrato ferrico
Na2CO3 triossocarbonato (IV) di sodio carbonato di sodio
NaClO monoossoclorato (I) di sodio ipoclorito di sodio
NaClO2 diossoclorato (III) di sodio clorito di sodio
KClO3 triossoclorato (V) di potassio clorato di potassio
KClO4 tetraossoclorato (VII) di potassio perclorato di potassio
K2Cr2O7 eptaossodicromato (VI) di potassio bicromato di potassio
NaHCO3 idrogeno carbonato (IV) di sodio bicarbonato di sodio carbonato monoacido di sodio
K2HPO4 idrogenofosfato (V) di potassio fosfato monoacido di potassio

Nomenclatura dei composti binari in argomenti Chimica

I composti binari si possono suddividere in composti con l'ossigeno e composti senza ossigeno.
Composti binari con l'ossigeno
Nella nomenclatura IUPAC i composti binari contenenti ossigeno vengono chiamati ossidi (v. tab. 6.2). Per la loro denominazione si ricorre all'espressione ossido di…, facendo seguire il nome dell'elemento che è unito all'ossigeno. Per esempio, MgO viene denominato ossido di magnesio. Se sono presenti più atomi di ossigeno o dell'altro elemento, o di entrambi, il loro numero di atomi viene indicato mediante i prefissi mono-, di-, tri-, tetra- ecc.
Nella nomenclatura tradizionale i composti formati da un metallo e ossigeno sono chiamati ossidi basici, quelli formati da un non metallo e ossigeno ossidi acidi o anidridi (v. tab. 6.2). Quando un elemento possiede due possibilità di combinazione rispetto all'ossigeno, si ricorre alle desinenze -oso, -osa per il n.o. più basso e -ico, -ica per il n.o. più elevato. Se i numeri di ossidazione sono più di due, come nel caso del cloro, che forma anidridi con 4 n.o. differenti (+1, +3, +5 e +7), si adoperano i prefissi ipo- per il n.o. minimo e per- per il n.o. massimo.
Gli ossidi basici sono solidi a legame per lo più ionico; quelli solubili in acqua — per esempio, gli ossidi dei metalli alcalini e alcalino-terrosi — reagiscono con essa formando i rispettivi idrossidi o basi:
Gli ossidi insolubili vengono in genere attaccati dagli acidi con formazione di sali.
Gli ossidi acidi sono composti a legame covalente, che reagiscono con acqua formando ossiacidi:
Composti binari senza ossigeno
Per denominare questi composti binari (v. tab. 6.2), nella nomenclatura IUPAC si aggiunge alla radice del nome dell'elemento più elettronegativo, che sta a destra della formula, la desinenza -uro, seguito dal nome dell'altro elemento preceduto dalla preposizione ``di'': per esempio, NaCl si denomina cloruro di sodio, HCl cloruro di idrogeno, NaH idruro di sodio. Se uno o entrambi gli elementi sono presenti con due o più atomi, viene indicato il loro numero con i prefissi di-, tri- ecc.
I composti binari non contenenti ossigeno appartengono, nella nomenclatura tradizionale, a varie classi di composti (v. tab. 6.3). Se sono formati da idrogeno e da un elemento (metallico o non metallico) prendono il nome di idruri: gli idruri metallici sono composti ionici (in essi l'idrogeno ha n.o. −1) mentre gli idruri non metallici sono composti covalenti (in essi l'idrogeno ha n.o. +1). Gli idruri vengono denominati ricorrendo all'espressione idruro di seguita dal nome dell'elemento; gli idruri covalenti come l'ammoniaca e la fosfina conservano in genere il nome tradizionale.
Se l'elemento non metallico che accompagna l'idrogeno è costituito da un alogeno (F, Cl, Br, I) o da zolfo (S) gli idruri prendono il nome di idracidi e fanno parte della classe degli acidi (insieme agli ossiacidi); vengono denominati facendo seguire al termine "acido'' la radice del nome del non metallo seguita dalla desinenza -idrico (per esempio, HCl è chiamato acido cloridrico). Gli idracidi si possono ottenere dalla reazione tra l'idrogeno e uno dei non metalli prima indicati:
Gli idracidi per sostituzione dell'idrogeno con un metallo danno i corrispondenti sali degli idracidi (se il metallo compare con due n.o. diversi si ricorre anche in questo caso alle desinenze -oso e -ico). Il nome dei sali degli idracidi si ottiene sostituendo la desinenza -idrico dell'acido corrispondente con la desinenza -uro seguita dalla preposizione "di'' e dal nome del metallo: per esempio NaBr è chiamato bromuro di sodio. I sali degli idracidi si possono ottenere facendo reagire un idracido con un idrossido (reazione di neutralizzazione, in cui si forma anche acqua):

Valenza e numero di ossidazione in argomenti Chimica

Rammentiamo che la valenza può essere definita come il numero di elettroni che un atomo di un elemento acquista, cede o mette in comune quando si lega con atomi di altri elementi. Nei composti ionici il concetto di valenza coincide con quello di elettrovalenza: a ogni singola carica elettrica positiva o negativa portata da uno ione corrisponde una effettiva possibilità di realizzare un legame ionico. Per esempio, lo ione calcio, Ca2+ è bivalente positivo perché, avendo perso due elettroni, possiede due cariche positive e può formare due legami ionici con altri ioni negativi, per esempio con lo ione ossido, O2−, bivalente negativo, dando luogo all'ossido di calcio, CaO.
Nei composti covalenti, formati da molecole, la valenza di un elemento, detta in questo caso covalenza, è data dal numero di elettroni che può mettere in compartecipazione. Per esempio, l'idrogeno H mette in compartecipazione un elettrone ed è monovalente, l'ossigeno O mette in compartecipazione un elettrone con ciascun atomo di idrogeno ed è bivalente; tuttavia, non possiamo parlare di cariche positive o negative come nel caso dei composti ionici.
Per questo motivo si è trovato più comodo introdurre il concetto di numero di ossidazione (n.o.), che rappresenta la carica formale che si può attribuire a un elemento in un composto, supponendo che tutti i legami siano di tipo ionico, in modo da assegnare gli elettroni di legame all'atomo più elettronegativo . Il numero di ossidazione, che nel caso degli ioni corrisponde alla carica ionica, può assumere, a differenza della valenza, valori positivi e negativi, ma anche il valore zero. 
Alcuni elementi possono presentare due o più numeri di ossidazione e in questi casi la nomenclatura segue opportuni criteri per distinguerli. Per esempio: il ferro può formare gli ioni Fe2+ e Fe3+: Fe2+ è chiamato nella nomenclatura tradizionale ione ferroso, Fe3+ è chiamato ione ferrico (cambia cioè la desinenza finale della radice del nome dell'elemento).
Il numero di ossidazione si esprime anche mediante la notazione di Stock usando numeri romani tra parentesi di seguito al nome dell'elemento; per esempio Fe2+ si indica come ione Fe (II) o ione ferro (II), Fe3+ si indica come ione Fe (III) o ione ferro (III).

Tab. 6.1: Classificazione dei composti chimici inorganici



Tabella 6.1 CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI INORGANICI
tradizionalerazionale (IUPAC)
gruppi di composti caratteristiche BINARI


con ossigeno senza ossigeno TERNARI
ossidi basici formati da un metallo e ossigeno (per es., ossido di potassio K2O)


ossidi acidi o anidridi formati da un non metallo e ossigeno (per es., anidride solforosa SO2)


idrossidi formati da un metallo legato a un ossidrile OH (per es., idrossido di sodio NaOH)


acidi — ossiacidi formati da idrogeno, da un non metallo e da ossigeno (per es., acido solforico H2SO4)


— idracidi formati da idrogeno e un non metallo (per es., acido cloridrico HCl)


sali — sali degli ossiacidi (neutri) derivati dagli ossiacidi per sostituzione dell'idrogeno con un metallo (per es., solfato di sodio Na2SO4)


— sali degli ossiacidi (acidi) derivati dagli ossiacidi per sostituzione parziale degli atomi di idrogeno con metalli (per es., bicarbonato di sodio NaHCO3)


— sali degli idracidi derivati dagli idracidi per sostituzione dell'idrogeno con un metallo (per es., cloruro di sodio NaCl)


Tab. 6.2: Nomenclatura dei composti binari contenenti ossigeno



Tabella 6.2 NOMENCLATURA DEI COMPOSTI BINARI CONTENENTI OSSIGENO
formula nome IUPAC notazione di Stock nome tradizionale



ossidi basici
Na2O (mon)ossido di disodio
ossido di sodio
CaO (mon)ossido di calcio
calce viva
FeO (mon)ossido di ferro ossido di ferro (II) ossido ferroso
Fe2O3 triossido di diferro ossido di ferro (III) ossido ferrico



ossidi acidi o anidridi
CO2 diossido di carbonio
anidride carbonica
SO2 diossido di zolfo ossido di zolfo (IV) anidride solforosa
SO3 triossido di zolfo ossido di zolfo (VI) anidride solforica
N2O (mon)ossido di diazoto ossido di azoto (I) protossido di azoto o ossido nitroso
NO (mon)ossido di azoto ossido di azoto (II) monossido di azoto o ossido nitrico
N2O3 triossido di diazoto ossido di azoto (III) anidride nitrosa
NO2 diossido di azoto ossido di azoto (IV) ipoazotide, biossido di azoto
N2O5 pentaossido di diazoto ossido di azoto (V) anidride nitrica
Cl2O (mon)ossido di dicloro ossido di cloro (I) anidride ipoclorosa
Cl2O3 triossido di dicloro ossido di cloro (III) anidride clorosa
Cl2O5 pentaossido di dicloro ossido di cloro (V) anidride clorica
Cl2O7 eptaossido di dicloro ossido di cloro (VII) anidride perclorica

Tab. 6.3: Nomenclatura dei composti binari senza ossigeno



Tabella 6.3 NOMENCLATURA DEI COMPOSTI BINARI SENZA OSSIGENO
formula nome IUPAC notazione di Stock nome tradizionale



idracidi
HF fluoruro di idrogeno
acido fluoridrico
HCl cloruro di idrogeno
acido cloridrico
HBr bromuro di idrogeno
acido bromidrico
Hl ioduro di idrogeno
acido iodidrico
H2S solfuro di diidrogeno
acido solfidrico (idrogeno solforato)



sali degli idracidi
NaCl cloruro di sodio
cloruro di sodio
CaCl2 dicloruro di calcio
cloruro di calcio
AlBr3 tribromuro di alluminio
bromuro di alluminio
FeCl2 dicloruro di ferro cloruro di ferro (II) cloruro ferroso
FeCl3 tricloruro di ferro cloruro di ferro (III) cloruro ferrico
FeS solfuro di ferro solfuro di ferro (II) solfuro ferroso
Fe2S3 trisolfuro di diferro solfuro di ferro (III) solfuro ferrico



idruri
LiH idruro di litio
idruro di litio
CaH2 diidruro di calcio
idruro di calcio
AlH3 triidruro di alluminio
idruro di alluminio
NH3 (triidruro di azoto)
ammoniaca
PH3 (triidruro di fosforo)
fosfina

Asbesto & co, hacktivism alla siciliana «Anonymous? Usa metodi sbagliati»

A Palazzolo Acreide è nato – ma passerà ancora un po’ prima che sia mostrato al pubblico – il Museo dell’informatica funzionante. A metterlo in piedi, gli hacker del Poetry hacklab. «All’inizio eravamo poco più di un club di smanettoni, adesso facciamo hacktivism e diffondiamo consapevolezza», racconta Gabriele Asbesto Zaverio, il fondatore – che sugli attacchi di Anonymous dice: «Roba da ragazzini, i siti sono progettati malissimo e sono facili da bucare»
hacklab_interna Che Palazzolo Acreide, città di neanche diecimila anime in provincia di Siracusa, sarebbe diventata un polo d’attrazione per hacker non se lo sarebbero aspettato in molti. E invece c’è il Poetry hacklab – costola diretta del catanese Freaknet medialab – uno spazio libero e autogestito, in cui un gruppo di informatici ha pure messo in piedi un museo di ruderi della tecnologia. «Speriamo di aprirlo al pubblico intorno a giugno», spiega Gabriele Zaverio, online Asbesto, che nel 1994 ha riunito i suoi amici etnei in un’organizzazione ad alto contenuto nerd che dura ancora oggi.
«La nostra storia inizia nella redazione dei Siciliani, il giornale di Giuseppe Fava», racconta Gabriele Asbesto. Fava era stato ucciso dieci anni prima dagli uomini del clan Santapaola, ma i suoi redattori continuavano il suo lavoro. E in una stanza con un paio di computer connessi tra di loro nasceva la prima rete catanese. «Ci appoggiavamo alla linea telefonica per chattare e condividere i file», ricorda l’informatico, che all’epoca era poco più di un ragazzo e adesso ha 43 anni. Si connettevano di notte, perché costava di meno, e collezionavano denunce anonime, creavano cd-rom a mo’ di archivio, mettevano insieme delle vere e proprie banche dati che servivano al lavoro del giornale antimafia catanese.
Ma per mettersi a fare ricerca sui sistemi informatici, lo spazio dei Siciliani non era abbastanza: «Un centro sociale ci ha offerto una stanza e noi abbiamo accettato ben volentieri, anche perché condividevamo le idee degli occupanti». Era l’Auro, che dov’era all’epoca è ancora, in via santa Maria del Rosario, a poche decine di metri da piazza Università. «Siamo nati come un club di smanettamento – ride Gabriele – Io stavo studiando, poi mi sono reso conto che stavo bene in quel modo lì e ho rinunciato alla laurea, perché al pezzo di carta non ci credo». Mai laureato, Asbesto è stato il fondatore di una rete di hacker che adesso ha collaboratori in tutt’Italia. Ciascuno di loro condivide l’obiettivo: «Fare hacktivism, diffondere la conoscenza attraverso i mezzi a nostra disposizione». Niente a che vedere con l’immaginario comune, in cui l’hacker è impegnato a distruggere i colossi del web. «Sarebbe sciocco, alcuni di noi lavorano alla sicurezza di Facebook e Amazon, per esempio – sostiene – Che interesse avremmo a distruggere la sera tutto il lavoro che facciamo durante il giorno?». Ma a guardare quello che succede oggi, i continui attacchi di Anonymous ai siti istituzionali, c’è qualche domanda da farsi. «Possiamo anche condividerne le motivazioni, ma non i metodi – afferma ancora il fondatore del Freaknet – Sono ragazzini e per fare quello che fanno non c’è bisogno di essere particolarmente bravi: i siti sono progettati malissimo e sono facili da bucare». Parola di esperto.
«Adesso siamo diventati parte integrante di Dyne.org, una fondazione di Amsterdam che si occupa di sviluppo di software». Essenzialmente per la sicurezza in rete, ma anche per garantire la privacy e l’anonimato online. Nel tempo che resta, Asbesto e i suoi – «A Palazzolo siamo una decina» – catalogano le oltre duemila macchine che andranno a comporre il Museo dell’informatica funzionante. «Abbiamo raccolto vecchi computer, Commodore di primissima generazione, perfino una calcolatrice da tavolo elettromeccanica Olivetti del 1948». Alcuni li hanno ricevuti in regalo, altri li hanno cercati nella spazzatura o trovati nelle discariche. Il risultato finale è un catalogo nutritissimo. Pieno di apparecchi anziani, ma in grado di accendersi e dare segni di vita. «Stiamo facendo un lavoro di restauro che è simile a quello del filologo». Il paragone può sembrare azzardato, ma Gabriele Zaverio prosegue: «Cerchiamo di riportare alla loro forma originale tutti i pezzi che abbiamo, facciamo un restauro estetico che non sia invasivo». E nel caso in cui abbiano dubbi su come intervenire: «Cerchiamo della letteratura, ci documentiamo, tentiamo di portare a termine un lavoro pulito». Però lui si sente più che a metà dell’opera. «È stato complicato trovare un posto da affittare, perché ci serviva che fosse al piano terra», visto che alcuni calcolatori pesano più di una tonnellata. Adesso la sede c’è, anche se è chiusa al pubblico. «Ci saranno due sale espositive, un laboratorio per fare dei corsi di alfabetizzazione informatica e una biblioteca», afferma. L’ingresso, probabilmente, sarà gratuito. «Ci piace molto l’idea del biglietto all’uscita». Ancora la filosofia dell’open source: paghi se sei contento del servizio.

Vivere con 2500 euro al mese I commenti dei lettori

Ho letto l'articolo, ed è più che corretto. Il nero non credo che morirà visto che la prospettiva della pensione è sempre più avanti nel tempo e i lavoratori sono stufi di continuare a pagare le pensioni d'oro per le varie caste, banche, aziende farmaceutiche, assicurazioni e doppie pensione per i ministri, senatori e mangia, mangia, mangia. Io sono pensionata, con mio marito pensionato e non arriviamo in due a 1.600€ nette al mese, stiamo assorbendo gli euro della vendita del nostro monolocale di Milano, dato l'età, 67 e 63, non si parla di lavoro, finiti quei soldi. faremo parte dei poveri, fra tanti poveri, che il Governo Monti, oltre 60 anni di altri Governi, sono riusciti a creare. Un domani senza sopravvivenza per i vecchi, precarietà per i giovani, mani legate per le giovani coppie: E' veramente questo che ci chiede l'Europa? o sono i nostri Grandi Ladri per continuare ad avere milioni di euro di pensioni, doppi lavoro e ladraggini varie? L'Italia non è morta ma fatemi una cortesia, fate una statistica dei morti, in questi ultimi 10 anni, di pensionati, commercianti, lavoratori che non hanno più avuto la forza di continuare e di perdere la dignità, magari fra quelle piccole aziende che aspettano migliaia di euro dallo Stato per il lavoro fatto e mai ricevuti. Sarebbe interessante sapere, ogni governo, quante persone ha assassinato lo Stato, oltre i noti Magistrati, ecc. Sono amareggiata e stanca. Vorrei sorridere ancora ma faccio fatica e non devo vedere il futuro se non non sorriderò più. E' giusto?
cetty.zappala@gmail.com

Magari avessi € 2500 al mese
Barbara

Siamo una coppia relativamente giovane con una bimba, paghiamo 650 di affitto e 450 di asilo nido perché, purtroppo, da sempre abbiamo dovuto lavorare entrambi dovendo mettere la piccola al nido. Inutile dire che i nostri stipendi non coprono le spese mensili e non sappiamo proprio come sarà il nostro futuro e soprattutto quello di nostra figlia. Sappiamo solo che l'Iva aumenterà, gli stipendi subiranno una diminuzione, non c'è possibilità di accendere un mutuo a causa delle aliquote sempre più pesanti, ecc... Fuggire dall'Italia? Forse è l'unica ancora di salvataggio.
A. Seriate

Ritengo corretta la stima di 2.500 euro, purché non ci sia l'affitto da pagare e i figli non frequentino scuole private. Saluti.
Alessandro

Sono vedova con una pensione di reversibilità di 572 euro. Ho 2 figli, uno lavora mezza giornata e prende 700 al mese, l'altro fino a poco tempo fa lavorava a contratto che ora non gli è stato rinnovato per le difficoltà dell'azienda, insomma 2.500 euro non c'erano ma risparmiando un poco si riusciva, ora le cose si fanno difficili, i risparmi ormai sono finiti, la spesa è sempre più cara, dove andremo a finire???
Anna

Buongiorno, siamo una famiglia di 4 persone, io impiegato full time e mia moglie impiegata part-time, due figli di 3 e 9 anni. La spesa media mensile è intorno ai 3000 euro (assolutamente senza eccessi o spese futili), il problema è che la somma dei 2 stipendi non supera i 2600 euro, quindi, mese dopo mese, siamo obbligati ad intaccare i risparmi faticosamente messi da parte in tanti anni... ma quando saranno finiti?? Saluti.
A.

Il problema è che non c'è equità tra il reddito e il costi della vita, in altri paesi il divario è molto ristretto, la migliore Italia in quel senso sono solo fine anni 70 il rapporto era più equo in modo che pur lavorando una persona una famiglia di 4 persone viveva dignitosamente, senza i tanti balzelli che svuotano le tasce??
GG da Bergamo

Buongiorno, io guadagno 1100 € al mese, pago 470 € di affitto, ho 2 prestiti in corso, ditemi voi come posso andare avanti!! Sono divorziato senza figli.
Mauro

Buongiorno, sono single con un cane di grossa taglia in casa. In media al mese spendo circa 1.000 euro, ma devo ammettere che mi concedo qualche alimento non proprio indispensabile come integratori proteici, barrette, multivitamici per l'attività fisica sportiva che pratico giornalmente. Con un imprevisto più del dovuto, sforerei il budget mensile di circa 1300 euro.
L. R.

Atac, ecco la classifica dei "Paperoni" gli stipendi d'oro nell'azienda in crisi

La lista appare su un sito internet, quello del "Portaborse". Nomi e cognomi incolonnati con qualifica e stipendo, naturalmente lordo, accanto, comprensivo di incentivi. Sono le cifre da capogiro, alcune conosciute e altre no, delle buste paga dei vertici di Atac Spa, dopo le polemiche sulla Parentopoli e i conti in rosso. La parte del leone la fa Gioacchino Gabbuti, il potente direttore generale di Atac Patrimonio, con 585 mila euro all'anno, quasi il doppio dei 294 mila fissati dal governo come tetto sulla base della retribuzione del primo presidente della Corte di Cassazione.

Ma qui quelli sembrano "argent de poche". Ecco Antonio Cassano, direttore generale, con 353.321 euro, ecco Antonio Abbate, direzione centrale Affari legali e societari, nonché Acquisti e servizi generali a 325 mila. E poi Pietro Spirito, Direzione Centrale Operazioni, a quota 300 mila, mentre è l'amministratore delegato Carlo Tosti a rientrare nel parametro governativo con 282.750 euro. E quasi a questo livello rimane soltanto Emanuele Ludovisi, Direzione Centrale Strategia, a 275 mila euro. Poi, molto staccato, Roberto Cinquegrani, Direzione Superficie, a 240 mila, e come lui dal responsabile della Direzione Tecnica, Alfonso Cassino, a Francesca Roma Zadotti, Direzione Conformità e Rischio.

Dalla società alzano gli scudi. "Quando sono entrato in azienda" afferma l'ad Tosti "ho trovato questi modelli retributivi. Ho concluso fra l'estate e l'autunno del 2011 l'assestamento di tutto il personale dirigente e sto pesando
tutte le posizioni organizzative".
"E ciò" continua "porterà a una razionalizzazione dei costi e a una ridefinizione delle politiche retributive, in attesa dei nuovi "tetti" che l'azionista vorrà ridefinire. Nel frattempo, già nel 2011, ho deciso il taglio fino al 60% della parte incentivante (mbo) della retribuzione dei dirigenti e dei quadri, mentre il Consiglio di Amministrazione ha stabilito oltre a questo per il 2012 la riduzione del 10 per cento dei costi del personale dirigente".

Non solo. All'Atac ricordano che molti dei dirigenti nominati con il nuovo corso hanno contratti solo fino a cinque anni, e tra questi ci sarebbero molti in testa alla classifica degli stipendi da Paperoni, tra cui Abbate, Spirito, Ludovisi, e Cinquegrani.
Ma che farà il Campidoglio? In una delle delibere propedeutiche al Bilancio di previsione 2012, (ma che dovrà passare in Consiglio) si sarebbe stabilito un tetto a tutti i vertici delle aziende capitoline di 294mila euro lordi. Una cifra che potrebbe però anche salire a 305 mila.

Atac, manager d’oro: 73 stipendi oltre i 100mila euro e tante auto blu

La parola d’ordine è tagliare. Risparmiare sui costi, gestire in proprio le manutenzioni, tirare il collo ai vecchi autobus che dopo aver percorso migliaia e migliaia di chilometri ormai non ce la fanno più. Ma loro, i supermanager, a ridursi il proprio stipendio non ci pensano proprio. Si va dai 585 mila euro l’anno del direttore generale di Atac Patrimonio Gioacchino Gabbuti, ai 240 mila di Francesca Romana Zadotti, ex assistente dell’ex ad Bertucci.

L’elenco dei super stipendi lautamente elargiti dell’azienda li ha pubblicati il sito www.ilportaborse.com corredata di tabella con auto a disposizione, cilindrata, eventuali benefit. L’Atac non poteva negare. «Quando sono entrato in azienda ho trovato questi modelli retributivi conferma al Messaggero l’attuale ad Carlo Tosti ho concluso tra l’estate e l’autunno del 2011 l’assessment (valutazione, ndr) di tutto il personale dirigente e sto attuando la pesatura di tutte le posizioni organizzative. Ciò porterà a una razionalizzazione dei costi e a una ridefinizione delle politiche retributive, in attesa dei nuovi tetti che l’azionista vorrà definire».

La top ten degli stipendi. Tosti nella top ten degli stipendi occupa il quinto posto con 282.750 euro l’anno. C’è chi guadagna più di lui: il direttore generale Antonio Cassano, 352 mila, Antonio Abbate, 325 mila e Pietro Spirito, 300 mila.

Le retribuzioni. Vecchie e passate amministrazione sul piano delle retribuzioni si sono dimostrate entrambe generose. L’ex ad Maurizio Basile, transitato ad Atac solo per alcuni mesi, ha fatto in tempo a licenziare 15 dirigenti. Ma al tempo stesso ne ha portati in azienda 9 dotandoli di una robusta busta paga, (tra i 240 mila e i 228 mila euro). Tra questi Emanuele Ludovisi, Roberto Cinquegrani, Alfonso Cassino e Carlo Parmeggiani. Quest’ultimo, responsabile delle relazioni esterne, cura l’ufficio stampa: l’azienda considera la Comunicazione strategica almeno quanto i ruoli più operativi.

La tipologia dei contratti. La maggior parte dei contratti stipulati con i super manager sono a tempo indeterminato. Non tutti però, ce ne sono alcuni che scadranno nell’arco dei prossimi 3 anni. Nelle prime posizioni spiccano i nomi di Gianluca Ponzio, Francesco Regard, Riccardo Di Luzio e Patrizio Cristofari, (genero dell’ex ad Bertucci) tutti appaiati a quota 240 mila euro. Per scendere al di sotto dei 125 mila euro bisogno scorrere la classifica e trovare al 52° posto, con 120 mila euro, Stefania Fois, attuale compagna del deputato de Pdl Marco Marsilio. Il primo al di sotto dei 100 mila euro è al posto numero 74.

L’eco di parentopoli non si è ancora spento. L’ultimo bilancio approvato di Atac si è chiuso nel 2010 con perdite per 172 milioni di euro. Tanto che a giugno è già stato deciso il Bit verrà portato a 1,50 euro. Ma la musica che si suona ai piani alti non è cambiata. «Già nel 2011 precisa Tosti ho deciso il taglio fino al 60% della parte incentivante della retribuzione dei dirigenti e dei quadri, mentre il Cda ha stabilito per il 2012 la riduzione del 10% dei costi del personale dirigente e la conferma del taglio alla parte incentivante».

E il Campidoglio? «Con il bilancio 2012 è già prevista una riduzione dei compensi per tutti si ricorda con l’approvazione della manovra economica è stata prevista anche una razionalizzazione dei costi e un tetto per i manager pubblici fissato a 294 mila ero l’anno per le società che presentano un valore medio della produzione negli ultimi 3 esercizi pari o superiore ai 250 mila euro l’anno». Per i manager di fascia meno alta il tetto è fissato invece a 235 mila euro. Si precisa anche che la delibera votata in giunta il 16 marzo scorso riguarderà sia i prossimi incarichi che quelli in essere». I superstipendi non lasciano indifferente neanche l’assessore alla Mobilità, Antonello Aurigemma: «Mi auguro che arrivi un segno di responsabilità e che i dirigenti possano contribuire spontaneamente al riequilibrio. Noi, da parte nostra, lo abbiamo fatto riducendo i premi. E’ un gesto che va fatto nel rispetto dell’azienda e dei tanti lavoratori che operano in un settore così delicato per poco più di un migliaio di euro al mese e sono il cuore pulsante di Atac».

Ma non ci sono solo i superstipendi, c’è anche l’assenteismo. L’azienda intanto ha convocato 1600 dipendenti che hanno accumulato la maggiore percentuale di assenteismo, «considerata la rilevanza del fenomeno». Immediata è arrivata la risposta dei sindacati. «Nessuno può permettersi di contestare quanto stabilito da un medico competente in un certificato di malattia ha subito replicato il segretario della Faisa-Cisal Gioacchino Camponeschi Occorre indagare sulle motivazioni, magari alcune patologie dipendono da un affaticamento maggiore, la mia organizzazione da anni si batte perché il diritto alle ferie venga rispettato».

Gli hacker violano la privacy delle vecchie Xbox


"Microsoft sta facendo un grande sforzo per proteggere le informazioni di sua proprietà, ma non fa altrettanto per quanto riguarda i dati degli utenti", dice la ricercatrice Ashley Podhradsky dell'Università di Drexel.

Stando alle ultime informazioni pubblicate su Kotaku, veniamo a scoprire come uno studio realizzato dalla suddetta università ci mostri che nemmeno un rispistino di fabbrica della console Xbox 360 metterebbe al sicuro i dati sensibili registrati su di essa, compresi quelli relativi alle carte di credito, che non fanno eccezione.

Apprendiamo infatti, che con un semplice mod, gli hacker riescono a leggere tutti i nostri dati e si tratta di una mod accessibile a tutti! La Podhradsky, inseme a Rob D'Ovidio e Cindy Casey dell'Università di Drexel e a Pat Engebretson dell'Università del Dakota, hanno acquistato una Xbox 360 proveniente dal centro assistenza Microsoft. Hanno poi scaricato il tool per effettuare questo hacking e, in brevissimo tempo, sono riusciti a risalire all'intestatario originale della console e ai suoi dati della carta di credito. Dichiarano inoltre che il procedimento è di una semplicità imbarazzante e che il metodo è alla portata di tutti.

I ricercatori per tanto consigliano di non spedire, vendere o cedere a qualcuno il proprio Hard Disk della console Xbox 360 o, almeno, di formattarlo utilizzando il tool Darik's Boot & Nuke per eliminare definitivamente tutti i dati presenti sul disco. Al momento Microsoft non si pronuncia, anche se Kotaku ha informato Redmond repentinamente.

Comune di Venezia : Nuova modalità per il ritiro dei condoni edilizi dal 02.04.2012

Si comunica che dal 02 aprile 2012 l'attività di rilascio delle concessioni in sanatoria-condoni edilizi sarà effettuata dagli Uffici Rilascio del Servizio Gestione Entrate Edilizie e Suap della Direzione Finanza Bilancio e Tributi.

Il rilascio degli atti avverrà nelle sedi  e negli orari indicati nell'invito al ritiro notificato all'intestatario del condono.

Per la sede di Venezia, solo nel mese di aprile, l'attività di rilascio sarà assicurata anche il MARTEDI dalle 14,30 alle 16,30.  La consegna degli atti sarà garantita solo alle persone che si presentaranno presso gli uffici entro le 16,15.


FUNZIONI:
  • Coordinamento dei procedimenti amministrativi in materia di gestione oneri di edilizia e diritti Suap;
  • Coordinamento attività gestione oneri di urbanizzazione Uffici Venezia e Terraferma;
  • Coordinamento attività monitoraggio Entrate e Bilancio;
  • Coordinamento procedure informatiche.

Responsabile del Servizio: Veronica Scarpa Campo Manin - San Marco 4023
30124 Venezia
Fax 041.2747938
veronica.scarpa@comune.venezia.it

"Non possiamo pagare gli stipendi" Fondazione Santa Lucia al collasso

Non arrivano dalla Regione i 43 milioni di euro necessari ad evitare l'insolvenza. Montino: "La politica quotidiana della Polverini sta consumando per sfinimento le strutture d'eccellenza del sistema sanitario regionale". Sabato rfiprendono le proteste di pazienti e dipendenti

La fondazione Santa Lucia non è più in grado di far fronte al pagamento degli stipendi. A comunicarlo è la direzione della struttura, che spiega: "La gravissima situazione di crisi è determinata dalla inadempienza della Regione relativamente agli impegni siglati nel dicembre scorso. La forza dell'effetto annuncio ha fatto sì che tutti - politici, amministratori, opinione pubblica e pazienti - si siano convinti che il problema del Santa Lucia fosse stato risolto. Non è così. Gli impegni sono stati disattesi e i soldi non sono arrivati. La Regione Lazio deve alla fondazione, sulla base delle proprie delibere, un importo complessivo di oltre 43 milioni di euro". Gli  organi regionali nel novembre del 2011 avevano assicurato, a margine di un accordo siglato con i vertici della struttura, la copertura delle somme dovute al Santa Lucia.

"Credo sia il caso che il ministro Balduzzi assuma sulla sanità del Lazio lo stesso atteggiamento assunto da Corrado Clini sui rifiuti". E' il commento del capogruppo del Pd in consiglio comunale Esterino Montino, che aggiunge: "La politica quotidiana della Polverini sta consumando per sfinimento le strutture d'eccellenza del sistema sanitario regionale. Dico questo perche il Santa Lucia è di nuovo al punto di partenza: cioè di nuovo sull'orlo del baratro 
economico e gestionale a causa del mancato rispetto dei patti e dei pagamenti pur solennemente promessi dalla Giunta regionale. Vale per il Santa Lucia che domani riprende le azioni di protesta, vale per moltissime altre strutture".

Nella mattinata di sabato nella sede di via Ardeatina i vertici dell'istituto illustreranno nel dettaglio la situazione e le misure da adottare. All'incontro parteciperanno i familiari dei pazienti, i dipendenti dell'istituto e il coordinamento "Salviamo l'ospedale Santa Lucia".

Replica. "La Regione Lazio ha mantenuto puntualmente tutti gli impegni assunti". E' l'assessorato alla salute a replicare ai vertici della struttura sanitaria, illustrando i suoi dati: "Abbiamo erogato all'istituto quanto previsto nell'ultimo verbale di novembre. Dallo scorso dicembre 2011 ad oggi sono stati erogati 41.984.736  euro di cui 6,7 accantonati dalla Regione in quanto crediti ceduti che dovranno essere poi versati al cessionario. Un ulteriore accantonamento mensile di 4,2 milioni sarà certificato mercoledì prossimo, anche se di fatto quella somma può già essere anticipata dagli istituti di credito".

"Dunque - conclude l'assessorato - quanto sostenuto dalla fondazione appare decisamente strumentale e pretestuoso".