Idrossidi
Gli idrossidi sono composti formati da un metallo (Me) e dal gruppo OH (ossidrile), di formula generale Me(OH)n, dove n è la valenza del metallo (v. tab. 6.4).
Nella nomenclatura IUPAC si usa la denominazione idrossido di…, seguita dal nome del metallo. Per esempio, NaOH è chiamato idrossido di sodio. Qualora esistano nel composto più gruppi OH si ricorre ai prefissi di-, tri- ecc.
Nella nomenclatura tradizionale il nome è diverso, secondo che il metallo formi un solo idrossido o più idrossidi. Nel primo caso, la denominazione è idrossido di…, seguita dal nome del metallo. Nel secondo caso, si elimina la preposizione ``di'' e si utilizzano i suffissi -oso e -ico, aggiunti alla radice del nome del metallo.
Gli idrossidi si ottengono dalla reazione degli ossidi basici con acqua. Si comportano come basi : infatti, in soluzione acquosa si dissociano liberando ioni ossidrile o idrossido, OH− , ai quali sono dovute le proprietà basiche (o alcaline) delle loro soluzioni.
Acidi
Gli acidi comprendono composti formati da idrogeno e da un non metallo (idracidi, già trattati tra i composti binari) e composti formati da idrogeno un non metallo e ossigeno, detti ossiacidi (v. tab. 6.5).
Nella nomenclatura IUPAC gli ossiacidi vengono denominati con il termine acido e aggiungendo il suffisso -ico alla radice del nome del non metallo. Il numero degli atomi di ossigeno presenti nel composto viene precisato con i prefissi monoosso, diosso- ecc. Inoltre, per individuare esattamente il composto viene aggiunto il numero di ossidazione del non metallo (questa aggiunta evita equivoci nel caso che esistano più ossiacidi dello stesso non metallo). Per esempio: l'ossiacido H2CO3 è chiamato acido triossocarbonico (IV); l'azoto forma due ossiacidi, HNO2 e HNO3; il n.o. dell'azoto nei due composti è rispettivamente +3 e +5; pertanto: HNO2 verrà denominato acido diossonitrico (III), HNO3 verrà denominato acido triossonitrico (V). La nomenclatura IUPAC accetta comunque ancora per gli ossiacidi più comuni la nomenclatura tradizionale.
Nella nomenclatura tradizionale gli ossiacidi vengono denominati aggiungendo il suffisso -ico alla radice del nome del non metallo. Se esistono due ossiacidi dello stesso non metallo, si ricorre al suffisso -oso per il composto in cui il non metallo ha il n.o. minore, e al suffisso -ico per il composto in cui il non metallo ha il n.o. maggiore. Se il non metallo forma più di due ossiacidi, si ricorre al prefisso ipo- e al suffisso -oso per indicare il composto che contiene il non metallo con il n.o. più basso, e al prefisso per- e al suffisso -ico per indicare il composto che contiene il non metallo con il n.o. più alto.
Gli acidi (idracidi e ossiacidi) hanno la proprietà di liberare, in soluzione acquosa ioni idrogeno o protoni, H+ , rendendo acide le soluzioni.
Gli acidi reagiscono con le basi (reazione di neutralizzazione) formando sali: i già visti sali degli idracidi e i sali degli ossiacidi.
Sali degli ossiacidi
I sali, comprendenti i sali degli idracidi (già trattati nei composti binari) e i sali degli ossiacidi, si possono considerare composti derivati dagli acidi per sostituzione completa, o parziale, degli atomi di idrogeno con atomi di un metallo. Se la sostituzione è completa si hanno i sali neutri, se è parziale si hanno i sali acidi, o idrogenosali (v. tab. 6.6).
Nella nomenclatura IUPAC il sale neutro di un ossiacido viene denominato sostituendo il suffisso -ico dell'acido corrispondente con il suffisso -ato; quindi, seguono la preposizione ``di'' e il nome del metallo. Per esempio, il sale CaCO3, che deriva dall'acido H2CO3, acido triossocarbonico (IV), viene chiamato triossocarbonato (IV) di calcio. Se il metallo ha due n.o., è necessario aggiungere, anch'esso sotto forma di numero romano, il corrispondente n.o. del metallo.
Nel caso dei sali acidi si aggiungono al nome del sale i prefissi idrogeno-, diidrogeno-, indicanti il numero di atomi di idrogeno rimasti nella formula. Per esempio, NaHCO3 viene chiamato idrogenocarbonato (IV) di sodio.
Nella nomenclatura tradizionale il nome dei sali neutri degli ossiacidi deriva da quello dell'acido corrispondente, modificando il suffisso -oso dell'acido in -ito, e il suffisso -ico in -ato; quindi, si aggiunge la preposizione ``di'' e il nome del metallo. Nel caso dei sali acidi si inseriscono le espressioni monoacido di…, biacido di… tra il nome del non metallo e quello del metallo. Per esempio, Na2HPO4 viene chiamato fosfato monoacido di sodio, NaH2PO4 fosfato biacido di sodio. Talvolta al posto di tali espressioni, si utilizza il prefisso bi-, come nel caso del bicarbonato di sodio, NaHCO3.
Tab. 6.4: Nomenclatura degli idrossidi
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Tab. 6.5: Nomenclatura degli ossiacidi
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Tab. 6.6: Nomenclatura dei sali degli ossiacidi
formula | nome IUPAC | nome tradizionale |
BaSO4 | tetraossosolfato (VI) di bario | solfato di bario |
BaSO3 | triossosolfato (IV) di bario | solfito di bario |
Ca3(PO4)2 | tetraossofosfato (V) di calcio | fosfato di calcio o fosfato tricalcico |
LiNO2 | diossonitrato (III) di litio | nitrito di litio |
LiNO3 | triossonitrato (V) di litio | nitrato di litio |
Fe(NO2)2 | diossonitrato (III) di ferro (II) | nitrito ferroso |
Fe(NO2)3 | diossonitrato (III) di ferro (III) | nitrito ferrico |
Fe(NO3)2 | triossonitrato (V) di ferro (II) | nitrato ferroso |
Fe(NO3)3 | triossonitrato (V) di ferro (III) | nitrato ferrico |
Na2CO3 | triossocarbonato (IV) di sodio | carbonato di sodio |
NaClO | monoossoclorato (I) di sodio | ipoclorito di sodio |
NaClO2 | diossoclorato (III) di sodio | clorito di sodio |
KClO3 | triossoclorato (V) di potassio | clorato di potassio |
KClO4 | tetraossoclorato (VII) di potassio | perclorato di potassio |
K2Cr2O7 | eptaossodicromato (VI) di potassio | bicromato di potassio |
NaHCO3 | idrogeno carbonato (IV) di sodio | bicarbonato di sodio carbonato monoacido di sodio |
K2HPO4 | idrogenofosfato (V) di potassio | fosfato monoacido di potassio |
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