Ma qui quelli sembrano "argent de poche". Ecco Antonio Cassano, direttore generale, con 353.321 euro, ecco Antonio Abbate, direzione centrale Affari legali e societari, nonché Acquisti e servizi generali a 325 mila. E poi Pietro Spirito, Direzione Centrale Operazioni, a quota 300 mila, mentre è l'amministratore delegato Carlo Tosti a rientrare nel parametro governativo con 282.750 euro. E quasi a questo livello rimane soltanto Emanuele Ludovisi, Direzione Centrale Strategia, a 275 mila euro. Poi, molto staccato, Roberto Cinquegrani, Direzione Superficie, a 240 mila, e come lui dal responsabile della Direzione Tecnica, Alfonso Cassino, a Francesca Roma Zadotti, Direzione Conformità e Rischio.
Dalla società alzano gli scudi. "Quando sono entrato in azienda" afferma l'ad Tosti "ho trovato questi modelli retributivi. Ho concluso fra l'estate e l'autunno del 2011 l'assestamento di tutto il personale dirigente e sto pesando
"E ciò" continua "porterà a una razionalizzazione dei costi e a una ridefinizione delle politiche retributive, in attesa dei nuovi "tetti" che l'azionista vorrà ridefinire. Nel frattempo, già nel 2011, ho deciso il taglio fino al 60% della parte incentivante (mbo) della retribuzione dei dirigenti e dei quadri, mentre il Consiglio di Amministrazione ha stabilito oltre a questo per il 2012 la riduzione del 10 per cento dei costi del personale dirigente".
Non solo. All'Atac ricordano che molti dei dirigenti nominati con il nuovo corso hanno contratti solo fino a cinque anni, e tra questi ci sarebbero molti in testa alla classifica degli stipendi da Paperoni, tra cui Abbate, Spirito, Ludovisi, e Cinquegrani.
Ma che farà il Campidoglio? In una delle delibere propedeutiche al Bilancio di previsione 2012, (ma che dovrà passare in Consiglio) si sarebbe stabilito un tetto a tutti i vertici delle aziende capitoline di 294mila euro lordi. Una cifra che potrebbe però anche salire a 305 mila.
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