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giovedì 1 marzo 2012

Lavoro, Fornero frena su ammortizzatori «Mancano i soldi». E il tavolo salta

Non ci sarà alcun incontro, oggi, al ministero del Lavoro. Tutto rinviato. Rinviato, a data da destinarsi, per mancanza di soldi. La decisione è stata presa da Mario Monti e da Elsa Fornero, non senza qualche inedita incomprensione, dopo un incontro di novanta minuti con il viceministro all’Economia, Vittorio Grilli, e il sottosegretario alla Presidenza, Antonio Catricalà. E dopo un lungo pomeriggio di passione in cui il ministro del Lavoro ha cercato, in tutti i modi, di evitare la battuta d’arresto a una trattativa che dovrebbe arrivare in porto entro la fine del mese.

Dietro la decisione del rinvio si nasconde un braccio di ferro sulle risorse. Il serbatoio da cui attingere i fondi per ridisegnare il meccanismo degli ammortizzatori sociali - tema che doveva essere il cuore e la polpa dell’incontro con le parti sociali fissato per oggi - era stato individuato: il tesoretto della lotta all’evasione. Ragione per la quale non era stato varato, la settimana scorsa, il fondo taglia-tasse. Ma Monti, e soprattutto Grilli, con il passare dei giorni si sono fatti molto più prudenti: «E’ ancora presto per quantificare gli introiti della lotta agli evasori e presto, dunque, per destinarli agli ammortizzatori sociali. Tanto più che una riforma strutturale come quella del mercato del lavoro non si può fare con i proventi del recupero dell’elusione fiscale, faremmo ridere i partner europei», è stato il ragionamento svolto a palazzo Chigi subito dopo pranzo. «Ma bisogna trovare il modo per reperire le risorse».

Da qui l’incarico al sottosegretario Vieri Ceriani di scovare nelle pieghe del bilancio «almeno 2 miliardi».
Ebbene, nell’attesa, siccome sia Fornero sia i sindacati hanno sempre detto che senza soldi non si può affrontare il tema dei nuovi ammortizzatori sociali, il ministro in serata ha fatto saltare l’incontro. C’è chi dice senza troppi rimpianti, visto che venerdì prossimo è in programma la manifestazione della Fiom. E, prima di quella data, la Cgil avrebbe difficilmente pronunciato parole d’apertura.
Ma ecco il comunicato che alle venti e trenta, dopo ben quattro ore dalla fine del vertice con Monti e dopo un giro di telefonata con i leader sindacali e con Emma Marcegaglia, Elsa Fornero ha dettato: «La volontà di raggiungere un accordo sulla riforma del mercato del lavoro è un elemento condiviso da tutti. Per questa ragione, la riunione di Palazzo Chigi ha portato alla decisione di prendere qualche giorno di tempo per individuare, pur nella comune consapevolezza della delicata situazione finanziaria, risorse da destinare a sostenere l’auspicata vera e profonda riforma degli ammortizzatori sociali.

Il governo infatti ritiene che il tema delle risorse da destinare a tal fine sia componente essenziale per la definizione del complessivo riordino del mercato del lavoro. In questa ottica, la riunione fissata per domani è stata rinviata a data che il ministro del Lavoro si riserva di comunicare». Fonti autorevoli del ministero poco più tardi hanno garantito: «Con l’Economia i rapporti sono perfetti, non c’è alcuna polemica o divisione. Si tratta di fare un lavoro serio e importante e per farlo bisogna prima reperire le risorse necessarie».

C’è da dire che i sindacati non l’hanno presa male: scommettono sulla volontà di Elsa Fornero di trovare i finanziamenti che rendano universali le nuove tutele previste per i lavoratori. «Il rinvio non è un segnale negativo, ma si utilizzi questo tempo per reperire risorse», ha detto il leader Cisl, Raffaele Bonanni. E Susanna Camusso, Cgil: «Speriamo che l’esecutivo ripensi l’idea che non ci debbano essere risorse pubbliche sugli ammortizzatori». Più caustico il commendo del Pd con Cesare Damiano: «Va bene avere occhio ai conti, ma riformare gli ammortizzatori sociali senza investire risorse è impossibile. Se il rinvio del confronto ha lo scopo di presentare una proposta del governo credibile da un punto di vista finanziario per assicurare migliori tutele ai lavoratori, si tratta di una scelta utile. Altrimenti si corre il rischio di perdere del tempo prezioso».

Commentano a palazzo Chigi: se da Monti fosse arrivato un «non possumus», Fornero si sarebbe limitata oggi ad annunciare la mancanza di risorse, il rinvio offre almeno una speranza e certifica la buona volontà.

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