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venerdì 30 marzo 2012
L'antica architettura hindi era...sostenibile
A Jaipur, in India, le temperature oscillano mediamente tra i 40 e i 45 gradi e l'umidità raggiunge tassi molto elevati. Per questo motivo, la maggior parte degli edifici moderni è dotata di impianti di condizionamento. Tuttavia ci sono delle eccezioni. Come l'Accademia della Moda Pearl, dove la temperatura interna si mantiene a circa 20 gradi. Una sorta di microclima autonomo, dunque, che fa del palazzo un'opera straordinaria nel suo genere. Un ibrido tra moderno e tradizione.
Questo edificio, infatti, è stato progettato ispirandosi all'antica architettura indiana che non si avvaleva di aria condizionata o di moderni ventilatori, sebbene gli interni delle costruzioni erano mantenuti freschi e ombreggiati. Dunque, la sfida dei progettisti di Pearl è stata proprio quella di riadattare le soluzione del passato, ma secondo le necessità moderne.
La prima tecnica ereditata direttamente dal passato hindi è quella del plurimillenario bawdi, parola hindu che significa "gradino". Si tratta in pratica di innalzare le fondamenta dell'edificio rispetto al suolo. Facendo ciò si crea nella porzione di superficie sottostante una vasca d'acqua, della grandezza pressappoco simile a quella di una piscina. Della profondità di 4 metri, questa vasca risulta funzionale al rinfrescamento dell'ambiente. È l'acqua, infatti, che riesce ad abbassare le temperature dello spazio circostante.
Approfittando della piscina, gli architetti si sono poi sbizzarriti nel creare anche uno spazio scenografico che fosse del tutto simile a un patio indiano. Si è così creato un colonnato che richiama gli antichi palazzi hindi. Ed è qui che sono allestiti lavoratori e attività didattiche per gli studenti.
Si è inoltre provveduto a creare una struttura aperta in più punti grazie a cortili alberati e nicchie separate da colonne. È il movimento architettonico creatosi e la creazione di tali aperture a garantire e a produrre un flusso di ventilazione naturale simile a quello degli spazi aperti.
Infine, l'ultimo espediente utilizzato dai designers è stato quello del doppio involucro, uno esterno ed uno interno, distanziato di un metro. La parte esterna dell'edificio consiste di una parete di cemento lavorato a grata o jaali, in hindu. In tal modo, la parte interna rimane protetta dall'irraggiamento diretto e dal rischio di surriscaldamento. Allo stesso modo, è garantito un riciclo d'aria attraverso l'apertura a griglia.
Mani Rastogi è l'architetto indiano che realizza edifici particolari. Quello dell'Accademia Moda Pearl ne è un esempio. "Abbiamo potuto dimostrare che un buon edificio sostenibile non solo è meno costoso da mantenere e più comodo da vivere, ma è anche più economico da costruire", spiega l'architetto. E aggiunge: "Con questo progetto, siamo riusciti a dimostrare come spesso le architetture del passato conservino le chiavi migliori per costruire edifici sostenibili ed efficienti".
Il successo del progetto ecologico dell'Accademia ha attirato un forte interesse. Si vorrebbe infatti introdurre queste tecniche di raffreddamento passivo negli edifici governativi dell'India. E chissà che non vengano estese anche fuori del paese.
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