La politica fiscale del governo punta a riequilibrare la tassazione attraverso il graduale spostamento del prelievo dalle imposte dirette a quelle indirette. Dunque meno Irpef e più Iva, meno tasse sul reddito e più tasse sui consumi. E poi lotta ai paradisi fiscali, incremento della tassazione sui redditi finanziari, coinvolgimento sempre più stringente dei Comuni nel recupero dell'evasione, contrasto ai giochi illegali. Intanto il viceministro Vittorio Grilli assicura: «Le maggiori entrate che arriveranno dalla lotta all'evasione vogliamo ridarle ai cittadini. Il fondo taglia-tasse, appena ci sarà l'esigenza lo introdurremo».
Dopo aver riunito la task force per avviare nel concreto la ricognizione e il coordinamento dei vari bracci operativi antievasione, il presidente del Consiglio Mario Monti ha messo a punto, nella sua veste di ministro ad interim dell'Economia, l'atto di indirizzo «per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale 2012-2014». Un atto di inizio anno che tradizionalmente indica le priorità dell'azione del governo sul fronte della lotta all'evasione, e delle linee di intervento cui affidare i prossimi interventi di politica fiscale. Lo strumento principale è la nuova legge delega: sarà quella la sede per consegnare ai successivi decreti legislativi il compito di riequilibrare il prelievo. Processo lungo, che certo non si esaurirà nel tempo breve dell'attuale legislatura, e che per molti versi si interseca con il percorso di attuazione del federalismo fiscale.
Nel documento, Monti richiama non a caso la partita decisiva dei costi e fabbisogni standard soprattutto nella sanità, ma anche la creazione e manutenzione della banca dati sulla fiscalità immobiliare. Sul capitolo specifico dell'antievasione, si punta alla predisposizione di studi e valutazioni «volti all'analisi dei comportamenti dei contribuenti», all'integrazione delle diverse banche dati, tra cui la banca dati integrata sulla fiscalità indiretta. In primo piano l'Agenzia delle Entrate, chiamata a un'azione a tutto campo di semplificazione degli adempimenti, anche attraverso i modelli di dichiarazione precompilati, e alla «tempestiva liquidazione» dei rimborsi fiscali richiesti «fino all'anno precedente a quello di osservazione». Nella lotta all'economia sommersa, l'Agenzia delle Entrate dovrà intensificare le sinergie con l'Inps, attivando al tempo stesso un'accurata analisi «del rischio di evasione ed elusione per tipologia di contribuente, per settore economico e per ambito territoriale».
In linea con gli strumenti definiti nella manovra di dicembre, Monti richiama l'Agenzia delle Entrate a un «utilizzo mirato delle indagini finanziarie, tenendo conto anche delle liste selettive di contribuenti da sottoporre a controllo, basate su informazioni relative ai rapporti e operazioni finanziarie». Già con la stretta avviata nel 2010, il fenomeno si è notevolmente ridimensionato, e tuttavia Monti rinnova l'impegno a un «ulteriore rafforzamento delle azioni di contrasto alle indebite compensazioni». Quanto alle azioni concrete di politica fiscale, si rinvia all'area strategica del «mantenimento di redditività del patrimonio immobiliare dello Stato».
Non vi è alcun "tesoretto" da spendere, ribadisce il governo attraverso il sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani. «Non siamo ancora in una situazione normale». Dal fronte politico giunge un sostegno alla strategia antievasione del governo da parte del Pd. «È giusto tassare di più le rendite finanziarie - osserva il segretario Pier Luigi Bersani - ma cautela sulle tasse indirette». «Ci crederò solo quando lo vedrò», aggiunge il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, mentre dalla Confcommmercio giunge un secco altolà: spostare il prelievo dalle imposte dirette a quelle indirette «non è la soluzione perché l'Italia ha necessità, nel suo complesso, di una riduzione netta della pressione fiscale complessiva».
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