Da un lato lo sviluppo di pratiche urbanistiche sostenibili e innovative, dall'altro l'attenzione al patrimonio storico della città e alla riqualificazione.
Con queste premesse è partito un progetto di rete di aspirazione globale, dal significativo nome Historic City Conservation and Urban Regeneration (La conservazione della città storica e la rigenerazione urbana), che fa parte dell’iniziativa “Città sostenibili in Europa e Asia Centrale”, con il finanziamento della Banca Mondiale e realizzato dalla Fondazione Politecnico di Milano in collaborazione con il Dipartimento di Progettazione dell'Architettura dell’Ateneo e con la società Systematica che si occupa di Town & Transport Planning.
Il progetto, avviato alla fine del 2011 e della durata di un anno, coinvolge 11 città di 7 paesi dell’Europa dell’Est e dell’Asia: Samarcanda, Strumica, Nukus, Bukhara, Lviv, Prizren, Surazh, Klintsy, Berat, Gaziantep e Eskishehir. Obiettivo è la creazione un modello di città sostenibile in cui il rispetto del patrimonio storico sia coniugato con l’innovazione architettonica e urbanistica, i flussi di traffico e i livelli di inquinamento siano minimizzati e le potenzialità economiche sfruttate al meglio. Tutto, ovviamente, nel rispetto del massimo contenimento dei costi.
Un modello-prototipo che si propone di essere sviluppato e applicato ad altre realtà urbane.
Il progetto è stato presentato all'interno di un convegno svoltosi al Politecnico di Milano lo scorso 20 marzo, all'interno di un laboratorio di quattro giorni che ha visto la partecipazione di 20 delegati dalle varie città parte del progetto, insieme ai referenti della Banca Mondiale per gli stessi Paesi coinvolti. I delegati parteciperanno a un tour guidato in 3 città italiane in cui sono stati realizzati alcuni dei più efficaci interventi urbanistici: la zona Bovisa di Milano, esempio di rigenerazione del tessuto urbano dell’ex area industriale grazie all’insediamento di una delle sedi del Politecnico; Genova, che è stata in grado di rivitalizzare le aree portuali al meglio in occasione della sua nomina come Capitale della Cultura; Bergamo, nell’intervento di recupero dell’ex cementificio di Alzano Lombardo, esempio di archeologia industriale che è diventata un’area espositiva e museale.
Tra le realtà italiane analizzate all'interno del convegno, sono stati considerati e argomentati tre modelli di riferimento: Torino, dove il prezioso patrimonio storico è stato riabilitato negli ultimi 20 anni tramite una serie di grandi progetti di rivitalizzazione urbana (come le Olimpiadi Invernali); Milano e il progetto della “grande area metropolitana”, con l'identificazione di 88 nuclei di identità locale per un'espansione nel rispetto della diversità culturale del territorio; il villaggio ligure di Castelbianco, disabitato nel secolo scorso e riportato in vita tramite un complesso intervento di riqualificazione architettonica e valorizzazione dell'identità del borgo.
Gli atti del convegno sono stati pubblicati sul sito internet della Fondazione Politecnico di Milano.
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