A maggio il saldo commerciale è positivo e pari a 1 miliardo di euro, con avanzi sia per i paesi Ue (+691 milioni) sia per quelli extra Ue (+316 milioni). È quanto rileva l’Istat diffondendo i dati sul commercio estero.
Il deficit registrato nei primi cinque mesi è di 2,6 miliardi, in forte ridimensionamento rispetto all'anno precedente (-18,2 miliardi). L'avanzo negli scambi di prodotti non energetici è pari a +25,5 miliardi, tre volte più ampio di quello del 2011 (+7,4 miliardi). Rispetto a maggio 2011, i mercati più dinamici all'export sono Stati Uniti (+40,3%), paesi Opec (+37,1%) e Giappone (+21,2%). I settori con i più sostenuti incrementi delle esportazioni sono i prodotti petroliferi raffinati (+21,6%) e i mezzi di trasporto, esclusi gli autoveicoli (+15,3%).
A maggio, rispetto al mese precedente, l’Istat rileva un incremento sia per le esportazioni (+1,4%) sia per le importazioni (+0,9%). La crescita congiunturale dell'export è dovuta a un sostenuto incremento delle vendite verso i paesi extra Ue (+5,5%), mentre quelle sul mercato Ue calano del 2%. L'aumento delle vendite di prodotti energetici (+27,4%) è particolarmente rilevante.
L'incremento congiunturale delle importazioni si manifesta per entrambe le aree di interscambio (+1,2% per i paesi extra Ue, +0,7% per i paesi Ue), con aumenti più rilevanti per beni strumentali (+6,9%) e prodotti energetici (+1,3%).
A maggio l'aumento tendenziale, ossia rispetto a maggio 2011, del valore delle esportazioni (+4,8%) è spiegato dall'incremento dei valori medi unitari (+4,9%), mentre i volumi risultano sostanzialmente stazionari (-0,1%).
La riduzione tendenziale del valore delle importazioni (-4,5%) è determinata dalla significativa flessione dei volumi (-8,3%), mentre i valori medi unitari registrano un incremento del 4,1%.
La crescita delle importazioni dai paesi Opec è molto sostenuta (+50,7%), mentre sono in forte flessione gli acquisti dalla Turchia (-22,9%), dal Belgio (-22,7%) e dall'India (-17,4%). I settori per cui si rileva una rilevante crescita delle importazioni sono i mezzi di trasporto (esclusi autoveicoli) (+64,1%) e il petrolio greggio (+14,4%).
L'incremento delle vendite di prodotti petroliferi raffinati in OPEC, Turchia e Stati Uniti spiega quasi un terzo dell'aumento tendenziale dell'export, mentre un altro quarto viene dalle vendite di mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) negli Usa.
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