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lunedì 2 luglio 2012
Euro-Casta: Quello che i TG tacciono
Euroburocrazia: stipendi d’oro, agevolazioni
e niente tasse per dipendenti Ue
La polemica innescata da "CorrierEconomia": la lettera
di De Simone e la risposta di Ivo Caizzi
E ora vorrebbero creare e comandare un nuovo regno
senza Democrazia chiamato "Stati Uniti d'Europa"
L'Euroscandalo degli stipendi d'oro alla Corte del Faraone Barroso - E ora vogliono comandare gli Stati Uniti d'Europa
Bruxelles – Un articolo forse scomodo per qualcuno, quello pubblicato il 18 giugno scorso, su “CorrierEconomia” ed intitolato “Ue, il paradiso fiscale degli euroburocrati”, firmato dal giornalista Ivo Caizzi il quale, nel suo pezzo, denuncia a gran voce gli stipendi d’oro che ingrossano notevolmente le tasche di coloro che chiedono ancora sacrifici economici ai cittadini europei. Lo “scandalo” degli stipendi gonfiati e delle agevolazioni di cui godono gli euroburocrati, ha suscitato ulteriore malcontento e indignazione tra gli Europei ma, per come riportato da Caizzi, i sindacati di categoria hanno attribuito la colpa di tutta questa situazione ai media, accusati di essere imprecisi e di falsare le notizie circa i “poveri” salari di coloro che lavorano per le istituzioni europee. Non saranno forse le notizie diffuse dalla Commissione europea a rivelare ambiguità burocratiche e ad essere poco comprensibili per i cittadini comuni?
L'eurovergogna – 6000 euro netti al mese a
"semplici impiegati" nella "Corte di Barroso"
La penna di Caizzi ha rivelato proprio questo: nonostante i richiami ricevuti dalla corte di Manuel Barroso da parte del direttivo dell’associazione internazionale dei giornalisti di Bruxelles ( Api ), la Commissione europea si è rifiutata, più volte, di rendere leggibili e comprensibili per i cittadini i dati relativi agli stipendi. Già nel 2007, lo stesso "Corriere" aveva dimostrato come "semplici dipendenti" al “servizio” delle istituzioni europee possano arrivare ad ottenere l’equivalente di 6000 euro mensili netti, e come essi siano anche esentasse. Il botta e risposta, però, non tarda ad arrivare: infatti, a seguito della pubblicazione di questo articolo la polemica si inasprisce con la lettera inviata al direttore del giornale, Ferruccio de Bortoli, da parte del segretario generale Tao Afi, Rosario de Simone, il quale sminuirebbe, almeno a parole, il malcontento generale che ha portato alla diffusione di slogan e volantini contro i dipendenti delle istituzioni europee, riducendolo all’azione di un gruppo estremista e ad una parentesi infelice, ma non generale.
Lo scandalo degli euroburocrati che ora vorrebbero
governare gli "Stati Uniti d'Europa"
De Simone sottolinea, nel suo intervento, che i dipendenti vengono accuratamente selezionati nel rispetto di criteri severi e validi e che la penna di Caizzi non fa altro che alimentare, in modo immotivato, la già presente tensione sociale. La difesa dei “poveri” euroburocrati è, però, debole: Caizzi ha specificato, in risposta a De Simone, che i dati rilevati sono stati sottoposti all’attenzione della stessa Commissione europea che non ha mai smentito la notizia. Le parole del segretario generale Tao Afi, lasciano comunque perplessità: ormai lo si sa, sono i cittadini comuni a pagare i conti dell’euroburocrazia. La stessa che oggi vorrebbe più potere e vorrebbe arroccarsi sempre di più in un regno chiamato "Stati Uniti d'Europa", nel nome di non si sa quale dio.
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