Un unodue che, ufficialmente, mette nel mirino i compensi di Stéphane Lissner. Ma che, infondo, non può non chiamare in causa il presidente della Fondazione che gestisce il teatro: il sindaco. È sempre più evidente, ormai, la tensione tra il Pirellone e Palazzo Marino. Tanto che, dopo un avvio all’insegna di quella che era stata definita «correttezza istituzionale», anche il sindaco ha rotto gli indugi. Passando, su un terreno come quello di Expo, al contrattacco. «Chi opera per fare propaganda a se stesso e allontanare l’opinione pubblica da altri problemi strumentalizza Expo», aveva mandato a dire il
Una manovra, quella del “sacrificio” annunciato per il sovrintendente e per altri undici figure di primo piano, che alla prima linea dei manager di via Filodrammatici non è andata giù. Il motivo? La cura dimagrante celebrata tocca solo la parte fissa dello stipendio (circa 449mila euro) del sovrintendente, ma non la parte variabile al raggiungimento di determinati risultati (155mila euro), il Tfr, la quota Inps e altri oneri a carico dell’azienda per una somma che sfiora i 200mila euro. A queste voci si devono aggiungere anche un appartamento in piazza del Carmine (85mila euro all’anno di affitto), l’auto blu con autista a sua disposizione, la carta di credito e le spese di rappresentanza e una sorta di “premio di fine lavoro” che, nel 2017, gli farà incassare 300mila euro. In totale, quel milione finito al centro delle polemiche, con i sindacati che chiederanno trasparenza durante un’assemblea generale fissata per domani. E con il nuovo scontro fra Formigoni e Pisapia.
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