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martedì 3 luglio 2012

Lo stipendio d'oro di Lissner fa litigare Pirellone e Comune

È un altro attacco (indiretto) a Giuliano Pisapia. Un’altra frecciata partita da Roberto Formigoni. Dopo le bordate sulla mancata cittadinanza al Dalai Lama, il registro delle unioni civili, il viaggio inaugurale della linea 5 del metrò saltato per l’appuntamento con il Papa. In piena disfida sulla governance di Expo e sulla Città della salute per cui, proprio due giorni fa, la Regione ha tagliato fuori il Comune. Un crescendo di dichiarazioni critiche. Che, ieri, hanno trovato una nuova occasione di polemica. «Cosa pensano i lombardi di una Scala sostenuta da fondi pubblici che paga al sovrintendente un compenso superiore al milione?», ha cinguettato su Twitter Formigoni. Aggiungendo subito dopo: «Il più alto dirigente regionale, con ben altre responsabilità, guadagna meno di un quarto di Lissner. E il suo stipendio è online».

Un unodue che, ufficialmente, mette nel mirino i compensi di Stéphane Lissner. Ma che, infondo, non può non chiamare in causa il presidente della Fondazione che gestisce il teatro: il sindaco. È sempre più evidente, ormai, la tensione tra il Pirellone e Palazzo Marino. Tanto che, dopo un avvio all’insegna di quella che era stata definita «correttezza istituzionale», anche il sindaco ha rotto gli indugi. Passando, su un terreno come quello di Expo, al contrattacco. «Chi opera per fare propaganda a se stesso e allontanare l’opinione pubblica da altri problemi strumentalizza Expo», aveva mandato a dire il
sindaco. Da lui nessun commentato ufficiale. Anche se da piazza Scala ricordano come sia stato Pisapia ad affrontare, durante il cda della Scala, la necessità di una riduzione dei compensi. E, all’indomani dell’inchiesta di Repubblica sullo stipendio d’oro di Lissner nonostante la pubblicizzata decurtazione del 10 per cento fatta in concomitanza con la riconferma alla guida del Piermarini, a chiedere i dati sulla gestione del teatro.

Una manovra, quella del “sacrificio” annunciato per il sovrintendente e per altri undici figure di primo piano, che alla prima linea dei manager di via Filodrammatici non è andata giù. Il motivo? La cura dimagrante celebrata tocca solo la parte fissa dello stipendio (circa 449mila euro) del sovrintendente, ma non la parte variabile al raggiungimento di determinati risultati (155mila euro), il Tfr, la quota Inps e altri oneri a carico dell’azienda per una somma che sfiora i 200mila euro. A queste voci si devono aggiungere anche un appartamento in piazza del Carmine (85mila euro all’anno di affitto), l’auto blu con autista a sua disposizione, la carta di credito e le spese di rappresentanza e una sorta di “premio di fine lavoro” che, nel 2017, gli farà incassare 300mila euro. In totale, quel milione finito al centro delle polemiche, con i sindacati che chiederanno trasparenza durante un’assemblea generale fissata per domani. E con il nuovo scontro fra Formigoni e Pisapia.

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