Il Milan rischia di pagare molto caro gli addi di Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva delle ultime settimane, e non solamente a livello sportivo...
I tifosi rossoneri più accaniti forse non si cureranno del fatto che due delle stelle della squadra hanno deciso (o sono stati invitati) di cambiare parrocchia durante l'ultimo mercato estivo, ma ce ne sono altri che sarebbero andati allo stadio quasi esclusivamente per godere delle loro gesta. E non hanno preso benissimo il fatto che, dopo aver sottoscritto l'abbonamento per la prossima stagione sportiva, la dirigenza rossonera abbia deciso di poter fare a meno di loro."MILAN ALL IN"- Dopotutto la campagna abbonamenti, partita già a giugno e continuata ai primi di luglio, era praticamente tutta incentrata su di loro: Nocerino, Boateng, Ambrosini, Ibrahimovic e Thiago Silva e sullo sfondo il Castello Sforzesco di Milano. "Ac Milan is all in", era il motto, di chiaro stampo pokeristico, a invogliare la gente a partecipare alla partita del club rossonero, che scommetteva sul campionato che sta per cominciare e invitava il suo popolo a fare altrettanto.
Il tiramolla con Thiago Silva dei primi di luglio però avrebbe dovuto far pensare due volte i tifosi: la "mossa" di Silvio Berlusconi, che prima quasi ammette di aver venduto il giocatore (per motivi di bilancio) e poi gli rinnova il contratto avrebbe dovuto far capire che qualcosa non andava. E infatti poco dopo ecco l'affare dell'estate, con Thiago e Ibra ceduti al Paris Saint Germain in una settimana che a San Siro ricorderanno come una delle più dolorose della propria storia.
CUORE (ROSSONERO) SPEZZATO - Non tutti l'hanno presa con filosofia però: i tifosi più calorosi hanno infatti deciso di rivolgersi alle associazioni dei consumatori per intraprendere una vera e propria "class action", con lo scopo di farsi rimborsare l'importo del proprio abbonamento, già sottoscritto ma troppo presto, forse. Un "Cuore rossonero" (questo il nome della tessera milanista) spezzato. "È evidente - dice il presidente Codacons, Marco Maria Donzelli - che se un tifoso paga l'abbonamento allo stadio per vedere le stelle della sua squadra e queste vengono vendute ha tutto il diritto di farsi ridare i soldi". E' partito anche un esposto: "Affinché l'Antitrust accerti il carattere ingannevole del messaggio pubblicitario e perché venga pubblicata idonea rettifica del messaggio diffuso".
I PRECEDENTI - Non è la prima volta che i tifosi si rivolgono alle associazione per far valere i propri diritti, ma raramente queste azioni hanno portato a qualcosa di concreto: nel 2005 i fan del Genoa citarono la Federcalcio per i problemi di salute originati dalla retrocessione in C, mentre a Foggia i tifosi si fecero rimborsare a causa dell'inagibilità dello stadio Zaccheria. In Nhl, lo sciopero di Alexei Yashin contro Ottawa rischiò di costare caro al giocatore stesso.
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