E’ stato eseguito una settimana fa, all’Umberto I di Roma, il primo trapianto al mondo di cellule staminali in un fegato già malato di cirrosi epatica. L’intervento, eseguito sotto la supervisione dei dottori Domenico Alvaro, Eugenio Gaudio, Pasquale Berloco e Marianna Nuti, fa parte di un progetto che vedrà altri 20 pazienti -in fase avanzata di cirrosi- sottoposti a questo tentativo.
In pratica si sono prelevate le cellule staminali dal piccolo fegato di un feto abortito per motivi terapeutici e sono state impiantate nel fegato malato -e in fase avanzata- di un uomo. Biosgnerà ancora aspettare prima di cantar vittoria, perchè occorrono due o tre mesi prima di avere i risultati di un’azione certa delle staminali. Esse infatti dovrebbero “assumere” le caratteristiche delle cellule epatiche e andare a sostituire quelle malate o morte, così da risanare l’organo.
L’uso di queste staminali, cellule “pluripotenti”, è importante perchè riesce .. se non a bloccare … per lo meno a rallentare il corso della malattia, consentendo a chi è in attesa di trapianto di sopravvivere a lungo. Inoltre, se l’esperimento riesce, saranno utilizzate anche per curare epatiti fulminanti o malattie metaboliche. Il valore delle staminali viene quindi ribadito e confermato come via sicura da seguire per alleviare alcune delle più gravi malattie dei nostri giorni. Le cellule prelevate dai feti, così come quelle tratte dal cordone ombelicale, sono minuscole pillole di salvezza per molte vite umane.
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