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martedì 3 luglio 2012

Salute: i nuovi italiani dal cuore longevo, +14 anni in mezzo secolo

Tra il 1960 e il 2010 gli italiani hanno guadagnato circa 14 anni di speranza media di vita.

Migliore prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari sono alla base di questo fenomeno epocale. La conferma arriva anche da un altro dato: dagli anni '80 ad oggi si sono registrate ogni anno circa 42 mila morti in meno per malattie cardiovascolari. Siamo quindi riusciti a ritardare l'eta' di insorgenza di molte malattie di cuore e cio' che prima avveniva piu' spesso a 55-60 anni, per esempio un infarto, ora avviene a 70 anni e generalmente in forma meno grave rispetto al passato. Di questo passo, potremo gradualmente raggiungere il limite biologico oggi ipotizzato di 120 anni, potendo scommettere su circa 40 anni di vita aggiuntiva oltre gli 80. Questi i dati forniti oggi in occasione del primo congresso nazionale della Societa' Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) in corso a Verona.

''In 50 anni - spiega il presidente SICGe, Niccolo' Marchionni - l'attesa di vita e' cresciuta di 14 anni. I motivi sono presto detti: una maggiore prevenzione delle malattie cardiovascolari (solo questa incide per il 52% nella riduzione della mortalita'), con maggior cura di ipertensione e ipercolesterolemia, successo delle campagne anti-fumo, e migliori cure e procedure della cardiochirurgia che hanno consentito di programmare interventi fino a qualche anno impensabili anche nei 70enni, oggi eseguiti con successo anche nei 90enni. Non possiamo dimenticare - continua- che quelle cardiovascolari sono epidemiologicamente le patologie piu' rilevanti, quelle per cui si ricorre maggiormente all'ospedale e si muore di piu', con un forte impegno economico per il sistema sanitario. Ecco perche' abbiamo deciso di occuparci di questa popolazione sempre piu' numerosa con una societa' scientifica ad hoc''.

''Sempre piu' spesso - precisa Alessandro Boccanelli, vicepresidente SICGe - ci troviamo a confrontarci con i problemi delle malattie di cuore associati con quelli tipici dell'eta' avanzata. Questo perche', in senso positivo, abbiamo creato dei 'mostri tecnologici'. Dal punto di vista farmacologico, delle procedure, della prevenzione, abbiamo cioe' portato le persone a vivere fino a 90 anni senza problemi. Ora dunque iniziamo a confrontarci con le avanguardie dei centenari sempre piu' numerosi e in forma. A fronte di questo, pero', non abbiamo riempito il vuoto che c'e' tra la nuova aspettativa di vita e i vecchi problemi dell'anziano. Che resta tale per altre problematiche, di tipomotorio, cognitivo, per patologie di altri organi e per problemi socio-sanitari e organizzativi tipici dell'eta' avanzata. Questa e' la sfida del futuro''.

Chiosa Marchionni: ''I nonni oggi non sono piu' solo nonni, ma uomini e donne che organizzano la propria attivita'. Il passaggio al 'se devo vivere di piu' tanto vale cercare di vivere meglio' e' stato quasi automatico. Con il risultato che la fitness dei 70enni di oggi e' quella dei 50enni di ieri''.

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