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lunedì 2 luglio 2012

Terremoto e capannoni: le linee guida del Cslp

L’Assemblea generale del Consiglio superiore dei lavori pubblici (Cslp), il 22 giugno scorso, ha espresso favorevole parere sul progetto di “Linee guida per la valutazione della vulnerabilità e interventi per le costruzioni ad uso produttivo in zona sismica” . Il documento intende costituire un agile strumento di riferimento per tecnici e operatori impegnati nella fase emergenziale nelle regioni colpite dai recenti eventi sismici.
Le linee guida forniscono indicazioni per la valutazione della vulnerabilità sismica delle costruzioni a uso produttivo e delle relative attrezzature, con particolare riferimento alle scaffalature, e per il rilascio, in via provvisoria, del certificato di agibilità sismica. È opportuno che nei suddetti certificati provvisori sia esplicitamente indicato il periodo di validità.
Riguardo ai criteri per l’esecuzione delle verifiche di sicurezza sismica e alle indicazioni per l’eventuale miglioramento sismico, finalizzati al rilascio, in via definitiva, del certificato di agibilità sismica il riferimento è alle norme tecniche vigenti. Le indicazioni contenute nelle linee guida del Cslp descrivono comunque, con riferimento alla specifica tipologia strutturale, aspetti rilevanti da considerare anche ai fini della verifica ai sensi delle norme vigenti e degli eventuali interventi di miglioramento. Il documento è redatto con riferimento alla tipologia di costruzioni a uso produttivo più diffusa sul territorio interessato dagli eventi sismici del maggio-giugno 2012, ossia i capannoni monopiano a elementi verticali lineari di calcestruzzo armato (c.a.).
I capannoni monopiano in c.a., mono o pluri-campata, oggetto del documento sono sia quelli gettati in opera sia quelli prefabbricati. Nei capannoni gettati in opera, la struttura portante è continua nelle zone di collegamento fra elementi orizzontali e verticali e fra questi ultimi e le fondazioni. Tali collegamenti sono riconducibili allo schema di incastro. Nei capannoni prefabbricati o misti -in parte gettati in opera e in parte prefabbricati -, le zone di collegamento fra elementi orizzontali e verticali sono realizzate tramite unioni riconducibili allo schema di carrello (anche con attrito) o di cerniera, mentre il collegamento di base degli elementi verticali è riconducibile allo schema di incastro (anche cedevole).
Nel capitolo 2 del documento sono elencate le carenze che il tecnico incaricato è chiamato ad analizzare ai fini del rilascio, in via provvisoria, del certificato di agibilità sismica, specificate dal Dl 74/2012, all’art. 3, comma 8: mancanza di collegamenti tra elementi strutturali verticali ed elementi strutturali orizzontali e tra questi ultimi; presenza di elementi di tamponatura prefabbricati non adeguatamente ancorati alle strutture principali; presenza di scaffalature non controventate portanti materiali pesanti che possano, nel loro collasso, coinvolgere la struttura principale causandone il danneggiamento e il collasso.
Lo stesso Dl impone di tenere in considerazione altre carenze prodotte dai danneggiamenti e individuate dal tecnico incaricato. Le principali carenze che possono riscontrarsi, talvolta non prodotte dai danneggiamenti ma già presenti, sono illustrate nelle linee guida, al fine di fornire indicazioni più articolate al tecnico incaricato. Il tecnico, una volta risolte tutte le eventuali carenze, potrà certificare, in via provvisoria, l’agibilità della struttura.


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