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sabato 21 luglio 2012

Fallimento della Sicilia: Lombardo nega il default

Il fallimento della Sicilia secondo il governatore dell’isola Raffaele Lombardo è tutta una montatura, una battage per eliminare la Sicilia (Fallimento Sicilia: un default annunciato per la disastrata Regione).
Raffaele Lombardo, protagonista del processo per reato elettorale ha così commentato i titoli che ieri hanno dominato quasi tutte le testate  giornalistiche sul presunto fallimento della Sicilia: “Chi ha scritto che siamo al crack e al default e che la Sicilia è fallita, come alcuni giornali hanno fatto ieri a nove colonne, sarà denunciato e pagherà danni civili sicuramente salati”.
Lombardo parla di conti alla mano, parla di una specie di congiura per eliminare la Sicilia perchè accusata di essere alla fonte di tutti i guai italiani, e proprio per questo motivo, confida, si è montato il falso fallimento della Sicilia “Si è montato un battage mediatico e vergognoso contro la Sicilia per farle del male, perché deve essere eliminata visto che tutti i guai dell’Italia sono siciliani. Ma noi abbiamo dimostrato, conti alla mano, l’esatto contrario, i nostri bilanci certificati sono migliori di quelli del Piemonte e sullo stesso livello di Umbria e Veneto. Abbiamo dei debiti ma anche dei crediti, e il più grosso lo vantiamo con lo Stato che deve alla Regione siciliana un miliardo di euro che deve essere pagato entro l’anno. Ieri ci hanno detto che ci daranno un’anticipazione di 400 milioni di euro”.

 Anche Massimo Russo appoggia Lombardo: non è fallimento della Sicilia

Le accuse mosse da Lombardo sono ampiamente confermate anche da Massimo Russo, suo vice, che accusa il nord di aver montato il fallimento della Sicilia per riportare l’isola a livello coloniale, per delle finalità politiche oscure; secondo Russo, infatti, i conti della Sicilia sono tutti perfetti, le tensioni finanziarie di cui si è parlato sono legate soltanto alla mancanza di pochi euro nella casse della Regione, che tra l’altro vanta crediti nei confronti di Roma.
A chi ha fatto notare che l’indebitamento che ha portato a parlare di fallimento della Sicilia è pari a 5,3 miliardi Russo ha fatto risposto  che l’esposizione della Regione è pari a un quinto delle sue entrate, facendo presente che il Pil della Sicilia  è di 86 miliardi.
Raffaele Lombardo, sempre a proposito del fallimento della Sicilia ha fatto notare che sono state chieste le sue dimissioni e risponde “Qualcuno pretende che io non mi dimetta perché il sistema dei partiti nazionali che hanno usato la Sicilia come merce di scambio e bottino da incassare, e mi riferisco in particolare all’Udc, impazziscono se pensano ad elezioni anticipate. Con le elezioni anticipate in Sicilia il loro progetto di beccarsi la presidenza della Regione in cambio di qualcosa che otterranno a Roma va a gambe per aria. L’ho già detto al presidente Monti al telefono e glielo confermerò il prossimo 24 luglio, quando lo incontrerò, che mi dimetterò all’assemblea regionale siciliana il 31 luglio. Il governo, per statuto, resta in carica per i tre mesi successivi, tempo entro il quale si dovrà votare. Le elezioni si potrebbero tenere il 28 e il 29 ottobre”.
Quindi secondo il governatore e il suo vice Massimo Russo, il clamore suscitato ieri dal fallimento della Sicilia, è stato niente altro che una precisa volontà di denigrare l’isola, e con essa tutto il sud del Paese.

La replica di Angelino Alfano

Ovviamente il mondo politico non può stare zitto di fronte alle accuse mosse dal governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, e Angelino Alfano dice la sua in proposito:“E’ sotto gli occhi di tutti il disastro combinato da Raffaele Lombardo  un disastro che investe tutti gli angoli e simbolicamente si completa con un’aggressione verbale inusitata nei confronti di Ivan Lo Bello che contrasta ogni giorno al mafia. Il governo ha fatto bene a interessarsi della questione. Non ha violato l’autonomia della Sicilia. Chi ha strappato la bandiera dell’autonomia è Lombardo che ne ha fatto uno strumento di clientele e di potere senza salvaguardarne da dignità”.

Forse il fallimento della Sicilia non è ancora avvenuto, ma i numeri parlano chiaro: una Regione che ha dipendenti in numero pari alla somma totale dei dipendenti di altre quindici regioni la dice lunga sul clientelismo che si vive sull’Isola; che ora Lombardo voglia in qualche modo difendere il proprio operato e negare il fallimento della Sicilia può sembrare anche umano, ma che per farlo usi termini come “battage politica” e “precisa volontà di denigrare la Sicilia”  appare un pò esagerato, se non ridicolo.

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