Non mostra segnali di miglioramento lo stato di crisi che da tempo caratterizza le imprese dell’edilizia industrializzata in calcestruzzo. Nel corso del primo trimestre del 2012, il fatturato complessivo delle aziende è diminuito del 19% e, a livello territoriale, il Nord e il Centro hanno subito, rispettivamente, una contrazione del 17% e 41% mentre il Sud ha registrato una crescita del 39% e l'estero di 9 punti percentuali.
Sono questi i principali dati presentati da Assobeton, l’Associazione nazionale industrie manufatti cementizi, sull’andamento del comparto, che evidenzia anche la forte flessione del commissionato, che tocca quota -43%. Il Sud e le Isole registrano la contrazione più forte pari al 56%, dal Nord con -45% e dal Centro con -41%. L’unico dato positivo è rappresentato dall’estero che registra un +10%.
La crisi del settore, quindi, stringe di mese in mese la sua morsa sulle imprese di un comparto costituito da più di 1.000 produttori ripartiti in 562 al Nord, 326 al Sud e isole e 213 al Centro, per un volume d’affari di circa 4 miliardi di euro.
L’andamento negativo trova conferma nei dati rilevati da Assobeton nel 2010, quando la contrazione del valore della produzione si è attestata al 10,6% rispetto al 2009 e l’Ebitda è passato dal 5,20% del 2008 al 3,80% del 2010.
Confrontando invece i dati dell’intero 2011 con i corrispondenti del 2010 viene rilevata una contrazione su base annua del fatturato di circa 14 punti percentuali e di 12 punti percentuali per il commissionato. Nel triennio 2009-2011, il fatturato del comparto ha subito complessivamente una contrazione di circa il 47%.
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