“Non raggiunge la piena sufficienza, nonostante gli interventi migliorativi apportati in Commissione Lavoro del Senato”. Questo il giudizio di Confprofessioni sulla legge sul mercato del lavoro che, dopo il via libera di Palazzo Madama, entrerà in vigore il prossimo 18 luglio.
“Sono ancora troppe, infatti, le rigidità che rischiano di frenare la crescita occupazionale nel mercato del lavoro e, in particolare, negli studi professionali – ha affermato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, durante i lavori della giunta allargata che si è svolta il 6 e 7 luglio a Castelbrando di Cison di Valmarino, in provincia di Treviso”.
La due giorni di confronto ha visto i massimi rappresentati dell’esecutivo della Confederazione italiana liberi professionisti discutere con esperti e politici sui temi caldi delle professioni: dalla riforma Fornero al Dpr Severino; dall’analisi del quadro politico italiano a quello finanziario internazionale.
Preso atto del contesto economico e sociale in cui si cala la legge sul lavoro, l’esecutivo di Confprofessioni rimane convinto che la riforma sia ancora un cantiere aperto. Diversi sono, infatti, i problemi irrisolti, a cominciare dalla semplificazione. “Questa normativa è veramente complicata - ha sottolineato uno dei partecipanti ai lavori, Giampiero Proia, professore ordinario di Diritto del lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Roma Tre e docente di Diritto della previdenza sociale presso la Luiss di Roma“.
Altra nota dolente riguarda il trade off tra flessibilità in entrata e in uscita “che non può essere configurabile per le piccole imprese e per gli studi professionali - ha aggiunto Proia -. La possibilità di assumere un lavoratore con un contratto a tempo indeterminato con la chance di poterlo poi licenziare senza reintegro non è sufficiente a compensare la minor possibilità di assunzione flessibile. Bisogna tornare alla flessibilità in entrata - ha concluso Proia -. Non possiamo perdere le opportunità di lavoro che si possono presentare in una fase di crisi come quella che stiamo attraversando”.
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