Dopo il commento del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che ha affermato che i capannoni crollati per il terremoto in Emilia "erano nella assoluta normalità e la zona non era classificata come particolarmente sismica", anche Assobeton l'Associazione nazionale industrie manufatti cementizi, aderente a Confindustria, prende la parola affinché sia fatta informazione in merito ai criteri costruttivi delle strutture prefabbricate nell'area colpita dal dramma del terremoto.
In questo momento di emergenza dovuto al sisma che da giorni imperversa in Emilia Romagna, Assobeton ritiene importante “non abbandonarsi a sterili e inopportune polemiche in merito ad alcune dichiarazioni apparse sui media, ma puntualizzare solo alcuni aspetti fondamentali relativi alla tecnologia e alla progettazione delle strutture realizzate nell'area nel corso degli ultimi decenni”.
“Premettiamo innanzitutto – continua l’associazione - che le precedenti esperienze dei terremoti del Friuli, Umbria-Marche e L’Aquila – storiche aree sismiche - hanno chiaramente dimostrato che, con un’adeguata progettazione, gli edifici industriali prefabbricati in calcestruzzo presentano un ottimo comportamento anche di fronte a sollecitazioni estreme”.
Detto ciò, secondo Assobeton è indispensabile ricordare come, fino al 2003, il territorio dei comuni oggi colpiti dal terremoto non fosse compreso tra le aree ritenute a potenziale rischio sismico. Da qui l'assenza di obblighi normativi relativi all'adozione di tecnologie e sistemi, utili a tutelare le opere in caso di eventuali sollecitazioni sismiche.
“Nel 2003 il Governo italiano, a seguito degli eventi in Puglia, ha imposto una profonda revisione della classificazione nazionale delle aree sismiche. Questo ha modificato il profilo di rischio dei comuni interessati oggi dal sisma che, tuttavia, è stato indicato come "moderato", con l'attribuzione di un livello pari a 3, in una scala che va da 4 a 1, in cui 1 rappresenta il tetto massimo di pericolosità. Il terremoto degli scorsi giorni nelle province dell'Emilia Romagna ha, viceversa, registrato accelerazioni che lo classificano di diritto nei gradini più alti della suddetta scala”.
Ma è solo con l’entrata in vigore delle Norme Tecniche delle Costruzioni, il 1° luglio 2009, che la normativa nazionale ha imposto una risposta ingegneristica più attuale alle sollecitazioni sismiche.
"I prefabbricatori italiani sono tra i migliori progettisti e costruttori di strutture antisismiche – ha affermato il presidente di Assobeton, Renzo Bullo -. Abbiamo il know how e la tecnologia che derivano da oltre trent’anni di lavoro sul campo, di studio, di test effettuati e di collaudi positivi riscontrati. Si tratta di applicare quanto il legislatore ha previsto con le apposite normative nel corso del tempo”.
“Mi pare quindi decisamente ingeneroso – ha concluso Bullo - scaricare ogni responsabilità sui prefabbricatori che hanno sempre operato secondo la legge e gli standard esistenti, senza trascurare di offrire il proprio contributo per un costante miglioramento degli aspetti relativi alle prestazioni e alla sicurezza nell’impianto normativo nazionale".
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